«La Crisi del lavoro causata dal disastro comunale non riguarda solo la Multiservice. Tutti i mancati pagamenti stanno diventando perdita di lavoro e drammi umani per cooperative, imprese artigiane, fornitori di servizi, canili, ecc. ecc. Ma la società, di proprietà del comune, che gestisce opere e servizi pubblici deve  riemergere dalla crisi e diventare uno strumento strategico per la città e la comunità». E’ l’idea di Vincenzo Caldarone, ex Sindaco della Città ed ora rappresentante della Rete Futura in campo al fianco di Giovanna Bruno alle prossime elezioni comunali. Il suo intervento sulla partecipata del Comune e cioè la Multiservice.

«Mentre fin’ora è stata utilizzata come un bancomat per incarichi e sottopolitica, nonostante le importanti energie al suo interno – spiega Caldarone – La Multiservice può, e deve, diventare lo strumento operativo per grandi operazioni di lavori pubblici e qualità urbana. Società leader territoriale per efficienza energetica e ambientale, funzioni per cui sono disponibili centinaia di milioni regionali, nazionale ed europei, Comunità energetiche e produzione di rinnovabili per la comunità, Recupero, manutenzione e gestione del patrimonio pubblico e privato (per i quali l’ecobonus è solo l’inizio delle disponibilità finanziarie), gestione dei servizi di smart city e innovazione digitale diffusa.

«Per diventare in prospettiva società dei comuni del territorio – spiega Caldarone – espandendo strategie, posti di lavoro, qualificazione e preparazione del personale. Per fare questo è disponibile  un mare di risorse, che si traducono il lavoro per la società, per imprese locali e qualità per la comunità.  Per questo scopo la mia amministrazione fondò la multiservice e avviò il progetto delle società del territorio. Dopo di che il buio purtroppo. Comincerebbe  anche uno sbocco qualificato per tanti ragazzi, ingegneri e tecnici, che abbandonano la città ed emigrano. Il programma industriale si può sviluppare in due mesi, insieme ai primi negoziati per le risorse ed investimenti».

«Pensiamo a questo e vediamo che delitto morale si è compiuto verso la città, lasciandola a secco e con la società sull’orlo della chiusura – dice ancora Caldarone – Naturalmente si può fare, ma non è cosa da tutti i giorni o da tutti i governanti. Servono progetto, coesione, una visione della città e della politica diversa, organi societari con un mandato di innovazione e sviluppo. Promuovere una rete civica significa proprio questo: mettere insieme pezzi fin’ora separati della città, che guardano  al meglio, e tenere lontani responsabili della vergogna cittadina, sotto qualunque veste si presentino».