Sale la temperatura in Puglia con la colonnina di mercurio che toccherà i 40 gradi a Foggia e in provincia di Taranto, aggravando i fenomeni siccitosi già tangibili sin dall’inverno scorso. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, sulla base del bollettino agrometeorologico dell’ARIF che segna un aumento delle temperature con i picchi più alti giovedì e venerdì prossimi a Foggia, Manduria e Ginosa.

«Servono interventi infrastrutturali per non disperdere l’acqua e manutenzione ordinaria e straordinaria di canali di scolo, invasi e reti irrigue, abbandonati a se stessi da decenni –  afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia».

«Gli eventi climatici estremi aggravano il rischio di desertificazione in Puglia, dove in soli 2 mesi sono stati registrati ben 25 episodi meteorologici straordinari – insiste il presidente Muraglia – come  gravi fenomeni siccitosi, tornado, trombe d’aria e grandinate improvvise, che si alternano a persistenti periodi siccitosi. Vaste aree del foggiano, del leccese e del tarantino sono ad alto rischio desertificazione, il rischio medio è stato registrato in alcune zone della provincia di Bari».

«Aumenta così la siccità con le sole dighe del foggiano che registrano una perdita di 100 milioni di metri cubi d’acqua al 28 luglio 2020 rispetto alla stessa data dell’anno scorso per la penuria di piogge. La vera grande opera prioritaria sarebbe la realizzazione di una grande rete di bacini diffusi capace di garantire una costante disponibilità di acqua per l’agricoltura e la produzione di cibo, oltre che per gli impianti per energia rinnovabile e gli stessi usi domestici – precisa il delegato confederale di Coldiretti Foggia, Pietro Piccioni».

In Puglia le aree a rischio desertificazione sono pari al 57% del territorio regionale – aggiunge Coldiretti Puglia – per i perduranti e frequenti fenomeni siccitosi, dove per le carenze infrastrutturali e le reti colabrodo viene perso l’89% della pioggia caduta. Uno spreco inaccettabile per un bene prezioso anche alla luce dei cambiamenti climatici che – continua la Coldiretti – stanno profondamente modificando la distribuzione e l’intensità delle precipitazioni anche sul territorio nazionale.

Servono – sostiene la Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua e un piano infrastrutturale per la creazione di invasi che raccolgano tutta l’acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando ce n’è poca. Gli agricoltori – conclude la Coldiretti – stanno facendo la loro parte con un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.