“Il treno tremava in modo incontrollato, ho sentito un boato e poi puzza di gas” raccontò all’epoca una studentessa universitaria oggi 28enne che era nel vagone immediatamente successivo a quello dell’impatto. “Quello che ci precedeva era piegato – disse – e la testa di un uomo tra gli ulivi. Sentivo urlare dal dolore, piangere e chiedere aiuto, persone intrappolate nei vagoni”.  Il verbale della testimonianza resa dalla passeggera al commissariato di Trani il 23 luglio, è stato acquisito dal Tribunale (insieme ad altre 4) durante l’udienza del processo sulla tragedia ferroviaria svoltosi ad Andria. Testimonianze drammatiche fornite dai passeggeri superstiti alcuni giorni dopo dagli inquirenti. A salvarla un passeggero che forzò la leva d’apertura di emergenza, riuscendo ad aprire le porte del treno, mentre “un contadino ci aiutava ad uscire – si legge ancora nel verbale – dal vagone perche’ il mezzo si trovava in un cunicolo e non era agevole”.

Un altro testimone, un ragazzo all’epoca 16enne, riferì agli agenti del Commissariato di Corato nel febbraio del 2017 di aver “sentito all’improvviso un fortissimo boato, di aver sbattuto la testa sul sedile anteriore”, ritrovandosi “con la faccia piena di sangue”. Acquisiti agli atti del processo ci sono anche i verbali di una 65enne che viaggiava con marito e figlie e che descrisse il “panico” di quei minuti, raccontando che si erano “rifugiati sotto gli alberi in attesa dei soccorsi”. Durante l’udienza si è proceduto al contro-esame di un poliziotto che ha svolto una parte delle attività di indagine delegate dalla Procura.