Dopo quattro mesi si è tornati in aula per il Processo sul disastro ferroviario del 12 luglio 2016 sulla tratta Andria-Corato e che provocò la morte di 23 persone ed il ferimento di altre 51. Si è tornati in un’aula completamente nuova, tuttavia: per la prima volta il processo si è trasferito dai palazzi di giustizia di Trani ad Andria all’interno dell’Auditorium “Riccardo Baglioni” dell’Oratorio parrocchiale Sant’Annibale Maria di Francia. Il trasferimento si è reso necessario a causa della situazione di emergenza sanitaria e delle norme da rispettare per evitare assembramenti ed il rispetto pedissequo della distanza di sicurezza. Le aule del Tribunale di Trani sono troppo piccole e c’è l’indisponibilità sia dell’aula della Corte di Assise essendo in corso lavori di ristrutturazione, che di quella dell’aula bunker del carcere di Trani che sarà invece oggetto di altri lavori a partire da settembre 2020 e sino a febbraio 2021.

Ed allora la scelta è ricaduta su Andria ed in particolare sull’auditorium che ospiterà per ora le udienze di uno dei processi più importanti per il Tribunale di Trani degli ultimi anni. Diverse le misure precauzionali prese dal Comune di Andria che ha disposto limitazioni al traffico con divieti di transito, fermata e sosta in alcune strade cittadine. Importante anche il dispiegamento di forze dell’ordine ed anche le attività telematiche con diversi collegamenti esterni.  Tra i teste ascoltati un commissario di polizia mentre sono state acquisite anche diverse testimonianze dei feriti.

Dopo l’assoluzione da parte del gup del Tribunale di Trani, Anna Lucia Altamura, di Elena Molinaro, dirigente del Ministero delle Infrastrutture, per non aver commesso il fatto e che aveva scelto il processo con il rito abbreviato, restano imputate la società Ferrotramviaria e 17 persone fisiche, tra dipendenti, dirigenti e vertici di Ferrotramviaria, un dirigente del Mit e due direttori dell’Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria. Si tornerà in aula il 1 luglio prossimo.