Un’altra casa di riposo nella bufera. La terza in Puglia, la seconda nella Bat. Dopo i casi delle RSA “La Fontanella” di Soleto e “San Giuseppe” di Canosa (per le quali la Regione ha già avviato procedimenti di revoca delle autorizzazioni) è la volta di “Villa Bilanzuoli” di Minervino Murge, tra le strutture pugliesi dove si sono sviluppati focolai di Coronavirus, che hanno portato al contagio e in alcuni casi alla morte di diversi anziani.

A seguito di un esposto presentato alla Procura di Trani dalla Asl Bat, nei confronti dei gestori e dei responsabili del centro, per gravi carenze assistenziali, la Regione ha fatto partire l’iter per la revoca dell’autorizzazione della residenza.

Nella RSA, gestita da un’Opera Pia e dotata di una trentina di posti letto autorizzati e accreditati, si sono registrati, in piena pandemia, oltre 40 casi di positività al virus (tra pazienti, operatori sanitari e religiosi) e ben 8 decessi, tutti relativi ad ex ospiti del centro.

Ad occuparsi degli anziani, durante l’emergenza, sostiene la Asl Bat, sarebbero stati solamente 3 infermieri ed una decina di operatori socio sanitari. Una situazione fuori controllo, che avrebbe quindi reso evidenti le gravi difficoltà organizzative della residenza, con gli ospiti che sono stati poi spostati presso altre strutture o curati nei reparti Covid. È il caso di una donna 99 anni, di nome Isabella, ex ospite della RSA di Minervino e tra le poche quasi centenarie ad essere riuscita a vincere la battaglia contro il virus.

Dopo essere stata a lungo ricoverata nell’ospedale “Davanzo” di Foggia, la paziente è guarita dalla malattia ed è stata trasferita presso l’hospice del “Don Uva” di Bisceglie. Una storia a lieto fine, a differenza di quelle dei tantissimi anziani morti dopo essere stati infettati nelle residenze socio assistenziali. Si conta che, solo in Puglia, sono stati più di 600 i contagi avvenuti all’interno delle RSA ed oltre 50 i decessi. 12 strutture della regione sono finite sotto inchiesta della magistratura.