La Procura di Trani ha avviato un’inchiesta per far luce sul misterioso attentato dinamitardo che ha distrutto l’auto di un Carabiniere, avvenuto nella notte tra lunedì e martedì a Ruvo di Puglia. Il fascicolo aperto dalla magistratura tranese potrebbe però presto passare nelle mani della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.

La bomba artigianale, composta da quasi mezzo chilo di tritolo, è stata piazzata sotto una Fiat Sedici parcheggiata nei pressi dell’abitazione del vice brigadiere, che presta servizio presso il Nucleo Radiomobile della Compagnia di Andria.

L’ordigno ha letteralmente fatto saltare in aria la vettura, distruggendo il portone d’ingresso di una palazzina, danneggiando altre autovetture e mandando in frantumi i vetri di alcuni locali adiacenti. Fortunatamente non si sono registrati feriti.

L’esplosione è stata così potente da lasciare un grosso buco nell’asfalto. Il boato, fortissimo, ha svegliato i residenti dell’extramurale Scarlatti, molti dei quali si sono riversati in strada in preda al panico.

Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco per spegnere le fiamme sprigionatesi dalla vettura. Assieme a loro anche i militari della Stazione di Ruvo, le Guardie Campestri e gli agenti della Polizia Scientifica.

Concreta l’ipotesi dell’atto intimidatorio: le indagini sono orientate sull’attività professionale del vice brigadiere.

Si tratta del terzo attentato ai danni di un militare della Compagnia di Andria, dopo quelli messi a segno alla fine del 2018. Il 3 dicembre di quell’anno, un ordigno venne collocato sotto l’auto della moglie di un Carabiniere, residente a Corato. Qualche settimana prima, sempre a Corato, era stata data alle fiamme la casa di campagna di un militare in servizio nella città federiciana: su una parete dello stabile venne trovata una scritta inquietante: “Ti devo ammazzare!”.