Altri due soggetti scoperti e denunciati dai militari della Stazione Carabinieri Parco di Ruvo. Due licenze di porto d’armi, una ad uso sportivo e l’altra ad uso caccia, aventi differenti tra loro un solo numero identificativo. Fu questo il primo indizio dal quale partì l’indagine dei militari della Stazione Carabinieri Parco di Ruvo di Puglia, i quali scoprirono che una delle due licenze, quella ad uso caccia, altro non era se non la falsificazione di quella ad uso sportivo legittimamente rilasciata dalla Questura di Bari. Licenza richiesta poi in duplicato al Commissariato di P.S. di Corato autocertificando una falsa residenza. Per questo motivo a gennaio dello scorso anno fu denunciato un uomo residente a Terlizzi, e allo stesso furono sequestrati 7 fucili e oltre 600 munizioni.

Le successive attività di indagini degli stessi militari hanno portato ad accertare a carico di altri due soggetti, sempre cacciatori, nuovi vistosi casi di falsificazione di atti al fine di ottenere illegittimamente la documentazione per poter effettuare esercizio venatorio sull’intero territorio regionale.

In questi ultimi casi il falso materiale ha interessato l’attestazione di abilitazione venatoria, che si consegue previo superamento di specifico esame dinanzi alle commissioni regionali appositamente istituite, e che i soggetti non avevano mai sostenuto. Pertanto, i due aspiranti cacciatori, al fine di ottenere il porto d’armi per uso caccia, avevano presentato l’apposita istanza presso i Commissariati di P.S. di Andria e di Corato e successivamente, al fine di ottenere il tesserino venatorio, si erano rivolti ai comuni di residenza di Corato e di Terlizzi, attestando falsamente il possesso dell’abilitazione.

Il “falso ideologico” ha interessato invece l’autocertificazione attestante la falsa residenza di un soggetto nel comune di Minervino Murge, diverso dal comune di Corato, dove effettivamente risiedeva.
Le indagini dei Forestali hanno appurato che i due soggetti, conseguite le illegittime licenze di caccia, hanno poi di fatto esercitato l’esercizio venatorio su tutto il territorio, abbattendo centinaia di esemplari di fauna.

Diversi i reati di cui ora i falsi “cacciatori” dovranno rispondere e che vanno dal falso materiale e ideologico, all’esercizio venatorio non consentito con conseguente “furto venatorio”.