100 reati al mese nell’anno 2018. 90 di media solo nei primi sei mesi del 2019. Sono i dati drammatici che riguardano i casi di violenza di genere nella giurisdizione della Procura di Trani, che comprende l’intera provincia Bat ed alcuni comuni del Nord Barese. Numeri spaventosi che danno un quadro esatto di come episodi di maltrattamenti, abusi fisici e psicologici o femminicidi, solo per citarne alcuni, siano ampiamente frequenti anche in questo territorio. E lo sono fin troppo.

La classifica dell’orrore che vi mostriamo è stata stilata grazie ai dati forniti dal capo della Procura tranese, Antonino Di Maio, nel corso di un incontro formativo dedicato al cosiddetto “Codice Rosso”. Si tratta della legge entrata in vigore nell’agosto scorso e che introduce importanti modifiche al Codice Penale e di Procedura Penale, in materia di violenza domestica e di genere, con l’intento di fornire una maggiore tutela alle vittime ed inasprendo le pene per i responsabili. La graduatoria non tiene conto solamente delle violenze in senso stretto, ma anche dei cosiddetti “reati spia”, e cioè quei reati apparentemente minori (come minacce, lesioni o le inosservanze dei provvedimenti del giudice) che, se inseriti in un contesto familiare patologico, possono essere degli importanti campanelli d’allarme. Se non ascoltati in tempo e denunciati, potrebbero infatti aprire la strada a tragedie ben più gravi.

Nel 2018 sono stati 423 gli episodi di violenza di genere trattati dalla magistratura tranese e 772 i reati spia, per un totale di 1.195: se rapportati all’intero anno, vale a dire 100 casi al mese. Ed il trend non cambia anche per l’anno in corso. Solo nei primi sei mesi (e quindi prima dell’entrata in vigore della nuova legge) i reati di violenza di genere nel nostro territorio sono stati 215; 321 quelli spia, per un totale di 536 episodi registrati sino a giugno 2019.

Un pericolo che coinvolge tutti: madri, sorelle, mogli, fidanzate, bersagli facili per un mostro che molto spesso entra senza bussare, perché ha le chiavi di casa. A combatterlo, alla Procura di Trani, ci sono quattro magistrati su dieci che si occupano quasi esclusivamente di questo tipo di reati e con risultati brillanti. Ciò anche grazie al lavoro delle Forze dell’Ordine, sempre più preparate a gestire simili episodi grazie ai corsi di formazione specifica introdotti proprio resi dal Codice Rosso. Ma, è giusto ricordarlo, l’arma più efficace resta sempre la denuncia. Perché se non è la vittima a volersi sottrarre al suo carnefice, sconfiggere la violenza di genere diventa molto molto difficile.