30 anni. Tanti nel sono passati da una giornata che ha cambiato per sempre il corso della storia. Quando la caduta di un muro, quello di Berlino, che divideva in due la città tedesca, segnando di fatto il confine tra Est ed Ovest, scrisse la parola fine su una delle pagine più drammatiche del periodo successivo al secondo conflitto mondiale: la guerra fredda. A crollare non fu solo il blocco di cemento che, da 28 anni, separava le due Germanie, ma la concezione stessa del mondo che, sino a quel momento, era diviso in due blocchi contrapposti, pronti a distruggersi a vicenda.

Ma il nuovo ordine internazionale, sancito da quella giornata storica, ancora oggi non sembra aver trovato il suo punto di equilibrio. Parte da qui la discussione che ha messo di fronte due intellettuali, come il giornalista Antonio Del Giudice ed il filosofo Giuseppe Vacca, ospiti di un incontro organizzato dal movimento “Andria Bene in Comune”. Un dibattito sul significato delle barriere: da quelle cadute a quelle che ancora dividono questo pianeta.

Una grande speranza che si è rivelata solo un’illusione: quella che la caduta della cortina di ferro che separava Est e Ovest potesse segnare l’inizio di un mondo senza più barriere. Ma la realtà si è concretizzata in modo molto diverso, con un pianeta più che mai diviso e pieno di conflitti. La fine di un sogno bellissimo che ha finito per infrangersi contro un muro.