Fino al 24 ottobre prossimo l’avvio della stagione di caccia non è valido in Puglia. Lo ha stabilito il consiglio di stato dando ragione alla associazione verdi ambiente e società che aveva proposto ricorso al Tar puglia contro il calendario varato dalla Regione. Ma il tribunale amministrativo regionale non aveva sospeso l’efficacia del calendario considerando ristorabile la selvaggina che sarebbe stata preda dei cacciatori. Tutt’altro che ristorabile l’ha considerata invece il consiglio di stato che ha invece deciso di sospendere il calendario fino a quando, il 24 ottobre, non si discuterà nel merito della vicenda. Che vede gli ambientalisti opporsi ad una stagione di caccia che ha visto ampliati i periodi.

La regione non ha tenuto conto neanche dei pareri (obbligatori ma non vincolanti dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che suggeriva la riduzione dei periodi di apertura della caccia per difendere specie volatili come l’allodola. Ma sono diverse le specie per cui non sono state seguite le raccomandazioni, come il fagiano, la beccaccia e il colombaccio. Per quest’ultimo, ad esempio, la delibera di Giunta prevede che il periodo di pre-apertura della caccia sia nei giorni 1 e 4 settembre, “ma le indicazioni volevano che potesse aprirsi soltanto il primo ottobre”.

Soddisfazione per l’accoglimento del ricorso al consiglio di stato è stata espressa anche dai rappresentanti pugliesi del Wwf.