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“Londra, un viaggio nel futuro”: è così che veniva descritta, nelle chat e sui social, da sedici alunni dell’Archimede, l’esperienza, della durata di un mese, svoltasi in Inghilterra, e conclusasi pochi giorni fa.

Coinvolti alunni di terza, quarta e quinta classe, delle sedi di Barletta e Andria dell’istituto scolastico del nordbarese, degli indirizzi “Impianti elettronici”, “Moda” e “Ottico”, che si sono confrontati con realtà lavorative inerenti al loro iter di studio, imbattendosi spesso in ciò che non è scritto sui libri di testo.

Tutto ciò all’interno del percorso di potenziamento di alternanza scuola lavoro in ambito internazionale “Il confronto con contesti lavorativi esteri”, modulo “Improving English and Working”, cha ha permesso agli studenti di effettuare 120 di stage per quattro settimane, circa sei ore al giorno dal lunedì al venerdì. I tutor accompagnatori – proff. Corrado Cardone, Marco Landriscina, Giacomo Caporusso, Lucia Piccolo, che, in coppia di due, si sono alternati durante il soggiorno inglese – precisano che tale opportunità «è stata resa possibile soprattutto grazie ai fondi europei relativi all’ all’ “Avviso 9901 del 20/04/2018 – FSE – Potenziamento dei percorsi di alternanza scuola-lavoro seconda edizione – misura Pon: 10.6.6B-Fsepon-Pu-2019-67 – Confronto in Contesti Lavorativi Esteri”, ma senz’altro grazie all’efficienza progettuale ed organizzativa della dirigente scolastica Anna Ventafridda che è riuscita ad offrire agli studenti un prodotto formativo di qualità superiore rispetto a quanto avrebbero consentito i soli fondi europei».

Ma cosa hanno fatto i sedici? Che cosa ha rappresentato per loro questo percorso formativo, per la vita e per, aspetto non secondario, le proprie competenze professionali? E’ stata un’occasione ghiotta di arricchimento del proprio curriculum?

Gli alunni, che hanno svolto l’alternanza scuola lavo nell’ambito della “manutenzione e assistenza tecnica di impianti, apparati civili e industriali”, hanno tutti rimarcato che «l’esperienza è stata positiva, da ripetere, arricchente da tutti i punti di vista; ringraziamo la scuola per averci dato questa ‘chance’». In particolare, Giuseppe Maggiulli (5B, Barletta), azienda inglese “Treatment of Surfaces LTD”, ha precisato di avere essersi confrontato con «il modo di lavorare delle due realtà, inglese e italiana, ricevendo compiti abbastanza impegnativi che richiedevano impegno e precisione». Antonio Prodon (5C, Andria) dichiara di avere avuto modo «di assimilare nuove tecniche meccaniche e migliorare le mie competenze in lingua inglese, inoltre ho avuto la possibilità di visitare, assieme agli amici, alcuni musei, come l’History Museum, il Museo di storia naturale». Valerio Dell’Aquila (3PB, Andria), tiene a precisare che «non mi sento ancora pronto ad affrontare una scelta di vita in una metropoli, tuttavia torno a casa più ricco di esperienza lavorativa, linguistica e culturale». Mentre Donato Scuro (5B, Barletta), azienda elettrica “Signware”, con decisione afferma «di avere migliorato l’inglese. Bello poi è stato visitare città al di fuori di Londra, come Brighton, Windsor, ed altre». Giuseppe Mastrapasqua (5B, Barletta), azienda “Evolution Car Spares”, desidera puntualizzare che «ho avuto modo di interagire, grazie alla conoscenza dell’inglese, con persone provenienti dalla Turchia, dal Marocco e dalle Filippine».

Sette le ragazze, tutte del settore moda, che hanno voluto esprimere il proprio vissuto! Luisa Pomarico (5DC, Andria), azienda “Coco Barclay”, al cronista, perentoriamente, dice: «E’ un’esperienza che farei mille volte! Ho avuto modo di apprendere come veniva ideata, studiata e realizzata una borsa, uno zaino e tutto ciò che riguarda l’utilizzo dei tessuti. E poi, le escursioni più belle sono state quelle fatte al National Gallery Museum, Britisch Museum, il panorama goduto dal London Eye, la vista a d Oxford, al Buckingham Palace».

«Il mio compito – ha spiegato Viviana Piazzolla (3DA, Barletta), impegnata presso “Image Alterations and Repairs” – era quello di rifinire gli abiti che mi venivano assegnati, fare delle modifiche a mano o anche a macchina. Poi ho apprezzato l’uscita allo Shard, la mostra di Dior». Anna Dellisanti (5DA, Barletta), che ha svolto l’esperienza presso “Image ‘Alteration & Tailoring’”, ha sottolineato come «quattro settimane mi sono confrontata con il termine “precisione”. I capi gestiti, richiedevano un grande lavoro manuale, trasformandosi successivamente in responsabilità, poiché non tevamo permetterci, io e la mia compagna, di sbagliare».

Elisa Gugliemi (4DC, Andria), impegnata presso “Edwina Ibbotson millinery”, evidenzia di avere «appreso nuove tecniche nel campo della moda, che non abbiamo appreso nel percorso scolastico, e di migliorare le conoscenza della lingua inglese». Antonella Barile (3DA, Barletta), azienda Coco Barclay, conferma quanto rilevato da alcune amiche: «Ho avuto la possibilità di guardare da vicino come viene ideata una borsa e poi ho migliorato il mio inglese». Sulla stessa lunghezza d’onda si esprimono Noemi Bizzoca (3DA, Barletta) e Ilaria Addario (4DC, Andria), azienda Allterations Boutique: «Possiamo dire di tornare a casa con una mente decisamente più aperta ma soprattutto con un livello di inglese più alto. Abbiamo potuto osservare e conoscere la vita londinese, le varie etnie. Grazie a questa esperienza saremo in grado di ideare e realizzare capi con una consapevolezza diversa».

Davide Tosti (3OT, Andria), settore ottici, sintetizza così l’esperienza: «Nel periodo all’Half Penny Steps Health Center, nonostante fossi in un ambito non perfettamente corrispondente al mio percorso di studi, mi sono trovato bene, con il personale che di è mostrato parecchio accogliente e amichevole».

Indiscutibile che l’esperienza londinese sia stata positiva! E’ giunta notizia che, a pochi giorni dalla sua conclusione, alcuni ragazzi tra quelli già diplomati si preparano a ripartire per rispondere ad alcune chiamate di lavoro, confermando il trend per il quale il quarantasei per cento degli alluni dell’Archimede trova lavoro subito dopo il percorso quinquennale di studi ma poi c’è da considerare che in questo stage – spiegano i docenti tutor accompagnatori – il sapere tecnico appreso tra i banchi di scuola ha ceduto marcatamente il passo alla spendibilità delle competenze in un ambiente di lavoro costruito con le sue gerarchie e le sue regole. Importantissimo l’intervento di mediazione del tutor aziendale che, in completa sintonia con gli accompagnatori scolastici, ha curato l’inserimento dei ragazzi e ne ha monitorato l’attività. L’Ipsia Archimede, con l’alternanza scuola lavoro, ha saputo offrire ai propri studenti un’occasione forte e qualificata di formazione professionale ed educativa.