Ad Andria si balla, pure quando si cade. Merito di San Riccardo che, anche quest’anno, ha rifatto la grazia. Sarà per il fascino della tradizione, la devozione o semplicemente l’aria di festa che rinfresca i brutti pensieri, le celebrazioni per il Santo Patrono hanno permesso alla città di buttarsi alle spalle un po’ delle preoccupazioni che l’hanno afflitta negli ultimi tempi.

Tra le difficoltà dell’ente comunale e brutali omicidi, che hanno dato la sveglia, a suon di pallottole, a quanti credevano che la criminalità organizzata non fosse più “cosa nostra”, Andria recentemente non se l’è passata troppo bene. Poi però è arrivato il Santo dall’Inghilterra e gli andriesi, che notoriamente “amano i forestieri”, si sono adattatati, accendendo le luci di una festa senza luminarie.

E allora le solite code di auto per raggiungere il centro, un corteo chilometrico di persone tra le bancarelle di una fiera lunga poche centinaia di metri e la gente che balla, che sia sulle giostre del luna park (a costo di farsi male) o in una piazza Catuma semivuota, al concerto di Enzo Avitabile, costato al Comune 17 dei 22mila euro spesi complessivamente per i festeggiamenti patronali.

Ma in fondo è giusto mettere da parte, per tre giorni, le cose che non vanno: come le casse comunali vuote o peggio ancora la gente che uccide per strada per una mancata precedenza.

Viva San Riccardo che fa dimenticare tutto e se poi a qualcuno torneranno i brutti pensieri, ci sarà poco da preoccuparsi, perché tra meno di un anno arriverà il Patrono a rifarci la grazia.