A seguito del disastro di Metaponto, il rogo dell’accampamento occupato da circa 500 braccianti extracomunitari scoppiato nella mattinata di oggi, in cui ha perso la vita una giovane donna nigeriana, la Condotta Slow Food delle Murge e la Comunità della Gente del Parco Nazionale dell’Alta Murgia per la sostenibilità, esprimono congiuntamente il proprio sdegno per la situazione di degrado generata dalla catena di sfruttamento di esseri umani nelle campagne italiane.

«La situazione è ben oltre il livello di guardia – è il commento del presidente della Condotta delle Murge, Nicola Curci – per effetto della micidiale combinazione ambientale e lavorativa in cui migliaia di anonimi braccianti rischiano quotidianamente le proprie vite, giudicate inutili dalle logiche perverse dei profitti. Assieme a Carlo Petrini, intendiamo una volta di più sottolineare come l’importanza dell’alimentazione, il primo atto agricolo compiuto quotidianamente, debba essere principalmente ascritta a donne e uomini che questo cibo producono e le cui vite non possono e non debbono più essere considerate alla stregua di danni considerabili. A tal proposito – conclude Curci – invitiamo i consumatori responsabili a scegliere con attenzione alimenti agricoli “giusti”, provenienti da catene produttive nelle quali non sia stato contemplato lo sfruttamento degli esseri viventi, leggendo attentamente etichette e documentandosi con attenzione».