«In una nota inviata al Governatore della Regione Emiliano, in qualità di referente regionale del Movimento Ecologico Europeo FareAmbiente, ho esternato le preoccupazioni legate alla problematica relativa al ciclo della raccolta differenziata dei nostri rifiuti ed in modo particolare alla questione legata alla gestione del ciclo dei rifiuti che necessita urgentemente di una pianificazione del  piano gestionale territoriale regionale sostenibile tale da chiudere il ciclo della raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti in ambito regionale, compreso quello dell’organico che da risorsa si è trasformato in un problema stante i costi attuali di smaltimento che stanno incidendo notevolmente sulla “famigerata” TARI, rendendo vana l’efficacia dei benefici economici che le comunità si aspettano con l’attuazione della raccolta differenziata al di là delle responsabilità specifiche delle amministrazioni locali ed in particolare di quella parte di cittadini che manifesta ancora, incoscientemente, scarsa sensibilità a differenziare non percependone la gravità delle conseguenze che ne conseguono in termini ambientali ed economici». Interviene così, in una nota, Benedetto Miscioscia.

«Più che essere considerati una risorsa i rifiuti vengono considerati un problema stante le conseguenze economiche determinate, appunto, dai continui aumenti della Tari causati dai maggiori costi sopportati per il trasporto, trattamento e smaltimento dei rifiuti spesso in siti ubicati ad alcune centinaia di chilometri di distanza che causano malumori e reazioni negative tra i cittadini. Ne consegue che il fenomeno dell’abbandono spregiudicato ed incosciente di rifiuti indifferenziati per le nostre campagne che comprendono il più delle volte contenitori ed imballaggi di plastica e vetro, si fa sempre più preoccupante. Un fenomeno determinato, purtroppo, dalla scarsa cultura ambientale e dalla mancata consapevolezza dei danni ambientali ed economici che ne conseguono, di una buona parte di cittadini che alla raccolta differenziata preferiscono sbarazzarsi dei rifiuti tal quale lungo le strade di periferia e di campagna pensando, così, di aver risolto il problema. La problematica va assumendo dimensioni sempre più preoccupante non solo per le conseguenze sul nostro ecosistema ambientale, biologico e le ripercussioni igenico-sanitarie ma anche per i costi economici che le amministrazioni sono costrette ad affrontare, per non parlare delle conseguenze per i proprietari dei terreni trasformati in discariche. Eppure la soluzione per limitare questo grave e preoccupante problema dovrebbe essere a portata di mano, semplice, semplice: introdurre obbligatoriamente l’istituto della cauzione al momento dell’acquisto dei contenitori di plastica e vetro coinvolgendo tutti gli attori della filiera commerciale dai produttori, ai consorzi per la raccolta, il recupero e il riciclo degli imballaggi, agli esercenti, ai supermercati ed ipermercati in particolare. Altro che iniziative estemporanee fine a se stesse come la Keep Plastic o la Plastic Friendly che sanno tanto di mediatico e poco di operativo. Se tale soluzione è stata introdotta in altri paesi europei, raggiungendo ottimi risultati, non si comprendono le vere ragioni perché non lo si possa fare anche da noi.

Se è vero che ci teniamo a salvaguardare e preservare la nostra terra, i nostri mari, le nostre spiagge, il nostro ambiente con un pensiero rivolto al ridimensionamento dello sfruttamento delle risorse naturali che il nostro “beneamato pianeta Terra” ci garantisce – chissà per quanto ancora –  ritengo che sia arrivato il momento dell’assunzione delle decisioni politiche importanti per poter garantire concretamente e responsabilmente,  il futuro equilibrio del nostro eco-sistema ambientale e naturale, passando appunto dai soliti annunci dei buoni propositi ai fatti. Fatti concreti che non comportano chissà quali alchimie o artifici per la loro realizzazione, se non il convincimento di mettere in atto ciò che altri diligentemente già fanno. La speranza, in attesa che la ricerca tecnologica e scientifica possa offrirci nuove soluzioni innovative eco-sostenibili che possano soppiantare l’utilizzo dell’attuale tipologia di plastica, è nel suo proficuo riutilizzo ad esempio come l’asfalto ecologico già sperimentato nella Città di Londra grazie ad un brevetto di un ricercatore scozzese. Per farlo, però, dobbiamo necessariamente creare il presupposto che chi compra qualsiasi contenitore o imballaggio di plastica li deve poter restituire se vuole recuperare la cauzione. Una proposta auspichiamo che la stessa Regione si faccia proponente per il bene e la salvaguardia del nostro ecosistema ambientale».