«Le numerose coperture in cemento-amianto, di molti capannoni industriali abbandonati e non, costituiscono un grave pericolo per i cittadini. Riteniamo che la ASL/BAT debba eseguire immediatamente verifiche sullo stato di quelle coperture e sui danni provocati recenti dalle grandinate». Interviene così, in una nota, Antonio Carrabba, portavoce Bat AEA (Ass. esposti amianto e rischi per la salute).

«Nella nostra provincia ed anche nella nostra città sono piovuti chicchi di grandine abbondanti e di dimensioni notevoli; le notizie diffuse dai media nazionali hanno riferito di chicchi un po’ ovunque grandi quanto uova, arance, palle da golf che hanno danneggiato colture, parabrezza, vetri, tetti, ecc. NESSUNO CHE ABBIA OSSERVATO E RIFERITO DEI DANNI AL CEMENTO-AMIANTO!

Non possiamo tuttavia ignorare che il problema è noto sin dalla prima metà del secolo scorso; infatti una rivista accademica italiana di agricoltura degli anni trenta documentava con foto agli agricoltori i danni procurati ad un tetto in cemento-amianto di un capannone agricolo spappolato da una grandinata; era una grandinata di “altri tempi”, non quelle di un clima che mostra le sue variazioni con fenomeni sempre più estremi. Le precipitazioni dopo le grandinate disperdono al suolo e di conseguenza nelle falde le fibre del cemento-amianto danneggiato dalla grandine stessa. L’amianto uccide, semina gravi patologie che si manifestano con grande latenza e a farne le spese sono soprattutto le giovani generazioni che rischiano la precoce insorgenza di tumori alle vie respiratorie.

L’AMIANTO NON DEVE ESSERE UN PROBLEMA RIMOSSO! L’attendismo dei Sindaci e l’atteggiamento dei politici delle opposizioni che ignorano le leggi dello Stato in materia e il Piano Regionale Amianto non è più tollerabile. Chiediamo pertanto ai Sindaci delle città della nostra provincia di eseguire senza altre perdite di tempo il censimento e la mappatura dei siti contaminati da amianto e di disporre attraverso apposite ordinanze graduale programma di bonifica radicale».