Nuova udienza di pochi minuti in realtà questa mattina, nell’aula bunker del carcere di Trani, per il processo sull’incidente ferroviario del 12 luglio 2016, che provocò la morte di 23 persone lungo la linea Andria-Corato di Ferrotramviaria. I giudici hanno preferito rinviare l’udienza odierna al 4 luglio in attesa della decisione, attesa per le prossime ore, rispetto alla richiesta di ricusazione dell’intero collegio del Tribunale di Trani, avanzata quindici giorni fa dagli avvocati difensori della Ferrotramviaria società imputata nel processo assieme ad altre 17 persone fisiche. In contemporanea, infatti, stamane è stata fissata proprio l’udienza in Corte d’Appello a Bari che dovrà esprimersi nelle prossime ore. L’istanza di ricusazione dei giudici verte su due punti: l’ordinanza con cui è stata ordinata la citazione della Regione Puglia come responsabile civile conterrebbe – secondo i difensori della società – una “irrituale ed illegittima anticipazione del giudizio in ordine alla responsabilità dell’ente” laddove si parla di Ferrotramviaria come ‘soggetto rivelatosi inaffidabile’, cui è stato consentito di continuare a occuparsi della concessione della linea ex Bari Nord; ma si riferisce anche il fatto che uno dei tre giudici del collegio ha legami di parentela con una delle vittime e alcune parti civili. Proprio per questo, il giudice aveva chiesto di astenersi, ma la presidente Giulia Pavese aveva rigettato la richiesta, così come dichiarato durante la prima udienza.

A Trani, invece, dopo la decisione della Corte d’Appello di Bari, si attendono decisioni sulle nuove questioni preliminari sollevate nel corso dell’udienza del 6 giugno scorso, tra cui mancate o tardive notifiche da parte delle parti ai responsabili civili e anche sulle eccezioni sollevate dal difensore della Regione Puglia, Vincenzo Zaccaro. Ad avviso del legale l’ente non poteva essere citato come responsabile civile (cioè soggetto tenuto eventualmente al risarcimento del danno) in quanto nessuno degli imputati ha un rapporto di dipendenza con l’ente. L’avvocato rilevò anche come, in base alla normativa vigente all’epoca dell’incidente, la Regione non avesse alcuna responsabilità in materia di sicurezza ferroviaria e vigilanza. Nell’incidente, causato dallo scontro tra due treni che viaggiavano in direzioni opposte sul binario unico tra Andria e Corato, morirono 23 persone e altre 51 rimasero ferite.