Partiamo da un dato incontrovertibile: il 60% degli andriesi ha preferito evitare di recarsi alle urne esprimendo difatto la maggioranza dei consensi al non voto. Ma del 40%, e cioè circa 33mila elettori, abbiamo provato ad analizzare il voto diretto soprattutto con le preferenze. Il Movimento 5 Stelle totalizza poco più di 11mila preferenze pari ad un terzo degli elettori ed il 35,39% dei voti. Un risultato che resta ovviamente importante ma che segna un importante arretramento rispetto al 2018 e cioè alle scorse elezioni politiche, dove l’affluenza fu senza dubbio più alta con quasi 58mila elettori alle urne, e dove i pentastellati conquistarono ben 27mila preferenze per un 51% totale che resta un risultato storico per la Città di Andria. Nel 2014, invece, alle scorse elezioni Europee, i pentastellati conquistarono poco meno di 10mila preferenze. La disaffezione comunque verso le elezioni europee e la liquidità di un voto che a molti cittadini è probabilmente sembrato decisamente distante, la si nota se si analizzano le preferenze: sulle schede con il simbolo Movimento 5 Stelle le preferenze sono state solo 1700 nonostante la possibilità di scrivere ben tre nomi. Poco meno di 500 voti per il foggiano Mario Furore ed a seguire la tarantina Rosa D’Amato e poco più distante la capolista Chiara Maria Gemma.

L’exploit di questa tornata elettorale è senza dubbio quello della Lega: oltre 8mila voti pari al 25,67% con un balzo in avanti rispetto alle politiche: nel 2018 a votare il partito di Matteo Salvini furono 2600 elettori con il 5% delle preferenze. Rispetto alle Comunali del 2015, invece, la lista “Noi con Salvini” conquistò un seggio a Palazzo di Città e 1500 preferenze. Nel 2014, l’allora Lega Nord, conquistò solo 140 preferenze. Un salto in avanti  trainato dalla performance del leader Matteo Salvini che ha conquistato 1848 voti risultando il più suffragato in città, ma anche dai 1628 voti di Massimo Casanova. A seguire Forza Italia che raggiunge poco più di 4100 preferenze in netto calo rispetto alle Politiche dove il partito di Berlusconi conquistò ben 12500 preferenze. Nel 2015, invece, Forza Italia arrivò sino a 7600 preferenze mentre nel 2014 sfiorò le 10mila preferenze. A trainare lo stesso leader con circa 1600 preferenze ed a seguire uno dei candidati della BAT e cioè Sergio Silvestris con 871 preferenze. Quarta piazza per il Partito Democratico che raggiunge più o meno le stesse preferenze di Forza Italia, nuovamente in calo rispetto alle scorse politiche dove conquistò 6200 voti mentre nel 2015 arrivò a 5400 preferenze e nel 2014 ci fu un importante exploit con 10500 preferenze. Elena Gentile, pur non eletta per un soffio all’Europarlamento, la fa da padrona con quasi 900 preferenze. Buona la performance anche di Fratelli d’Italia che trova quasi 1500 voti e nelle preferenze ha un testa a testa tra Giorgia Meloni e Raffaele Fitto. Alle scorse politiche arrivò a quasi 1200 preferenze, mentre nel 2014 conquistò poco più di 400 voti.