Dopo l’appuntamento con l’on. Gero Grassi, che ha parlato ai ragazzi dell’Istituto “Lotti – Umberto I” della straordinaria esperienza di un grande statista come Aldo Moro, ieri mattina c’è stato un altro interessante incontro sul tema della Legalità che ha visto l’attenta partecipazione dei ragazzi delle classi terze, quarte e quinte. Ospite stavolta il magistrato Giannicola Sinisi che opera presso la Corte d’Appello di Bari, ma ha anche alle spalle un notevole passato politico come Sottosegretario al Ministero degli Interni, deputato e poi senatore della Repubblica, nonché Sindaco di Andria.

L’intervento del magistrato Sinisi è stata una straordinaria lezione di filosofia sul tema della libertà e di diritto sul tema della legalità ed ha offerto ai ragazzi un esempio di cittadinanza e di vita. Con lui anche Don Riccardo Agresti, responsabile del progetto “Senza sbarre” che ha come scopo quello di integrare e soprattutto dare una nuova opportunità di lavoro, proponendo un regime di detenzione alternativo, a chi sta scontando una pena in carcere. L’incontro ha visto anche la presenza di un ergastolano che ha raccontato le drammatiche vicende della sua vita ed il percorso di recupero effettuato negli ultimi anni grazie proprio al progetto di don Agresti.

«L’altro ieri l’incontro con l’onorevole G. Grassi nell’ambito dell’iniziativa ‘MORO VIVE’ – sottolinea il dirigente Scolastico, Pasquale Annese -. Documentata ricostruzione (ahimè veritiera) di uno dei passaggi più tristi e, per certi versi, inquietanti della storia d’Italia. Oggi un altro appuntamento col Magistrato G. Sinisi, Don Agresti ed un ergastolano sul tema della ‘legalità’ vissuta da protagonisti della società civile. Due eventi che mi sono imposto (riuscendoci!) di seguire in prima persona insieme ad una platea (i ragazzi, intendo) attenta e partecipe, come in altre analoghe occasioni. Segno che la demotivazione, il disinteresse, la scarsa partecipazione che spesso imputiamo ai nostri ragazzi è quasi sempre frutto della relazione educativa che instauriamo con loro e della credibilità che ognuno di noi spende nella costruzione della stessa. Continuo a pensare che siano questi i momenti più autentici del nostro essere educatori».