Raccontare il dolore, la paura, la sofferenza che non si piega davanti alla dignità. Di uomini e di donne, vittime della follia umana, accomunati dallo stesso drammatico destino e ma anche da una passione che è riuscita a resistere alla crudeltà: quella per la musica. La storia di una di un’intera generazione di compositori, direttori d’orchestra, quartettisti o personaggi del varietà, testimoni dell’Olocausto, deportati nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale, uccisi per ragioni razziali, politiche e sociali. A raccontarla a tanti studenti, il pianista barlettano Francesco Lotoro, ospite dell’ITIS “Jannuzzi” di Andria e della direttrice scolastica Fortunata Terrone per condividere con gli studenti la sua lunga ricerca che, oltre 20 anni di attività, ha portato al recupero di migliaia di spartiti composti dai prigionieri all’interno dei lager nazisti, in uno straordinario sforzo di attaccamento alla vita e alla libertà.

L’incontro, organizzato in vista dell’imminente celebrazione della Giornata della Memoria, è stato anche l’occasione per discutere con i ragazzi di una tragedia senza tempo, ma anche di spiegare loro il vero significato di “Senso della vita” (per citare l’espressione di un sopravvissuto allo sterminio), per chi è riuscito a sfuggire al tragico destino delle leggi razziali.