La piaga del dilagante proliferare dei cinghiali nel nostro territorio, ormai va assumendo una grave e preoccupante rilevanza non solo dal punto di vista sociale ma anche sotto il profilo ambientale per l’impatto che genera sugli equilibri dell’eco-sistema, senza dimenticare i danni economici che quotidianamente provoca agli agricoltori ed automobilisti. Una vera e propria emergenza che non si può più essere sottaciuta, nei confronti della quale vanno prese rapidi ed indifferibili provvedimenti. Il problema dei cinghiali si è andato acuendo negli anni, soprattutto a seguito dell’istituzione del Parco Nazionale dell’Alta Murgia che introducendo il divieto di caccia all’interno del Parco, di fatto, nell’ultimo decennio, ha portato ad una crescita esponenziale della popolazione degli ungulati, tanto ormai da arrivare ad invadere le periferie delle nostre città. Una situazione, peraltro, aggravata anche dal ridimensionamento in atto delle competenze delegate alle Province, compreso quello del ruolo svolto dalle stesse ATC (Ambito Territoriale di Caccia). Per tutte queste ragioni, consapevoli che il contenimento della popolazione dei suidi non può essere limitato solo all’attività di cattura messa in atto dall’Ente Parco all’interno del proprio territorio di competenza, tenuto conto anche dei costi sopportati, ritengo urgente ed improcrastinabile che la Regione metta in atto tutte le iniziative necessarie per promulgare urgentemente, norme legislative che mirino ad adottare e regolamentare adeguate misure d’intervento». Qui non si tratta di essere a favore o contro la caccia, qui siamo di fronte ad una vera e propria emergenza per la quale vanno prese le necessarie contromisure favorendo da un lato il controllo della popolazione della fauna selvatica e dall’altra favorire anche un circuito economico controllato.

Per contrastare l’emergenza, diventa fondamentale prevedere un coordinamento tra il Piano Faunistico Venatorio Regionale e gli strumenti di gestione adottati dai nostri Parchi Nazionali e regionali, presenti sul territorio regionale, attraverso l’adozione di strategie concertate e coordinate da un unico strumento di pianificazione atteso che è diventato indispensabile gestire e tenere sotto controllo, in numero adeguato e proporzionale alle esigenze del territorio idoneo a garantire la sostenibilità alimentare, le popolazioni di fauna condivise (cinghiali, lupi ecc. ecc.).
In particolare ci si deve concentrare su due principali argomenti, ovvero l’introduzione del metodo della caccia selettiva con il controllo veterinario e sanitario della fauna selvatica allo stato brado e di quella catturata, con la realizzazione di macelli appositamente attrezzati. In secondo luogo serve stabilire regole precise sulle modalità di risarcimento degli eventuali danni provocati direttamente ed indirettamente dall’azione degli animali selvatici. Tutto questo per raggiungere il triplice obiettivo di prevedere la possibilità di un risarcimento agli agricoltori e agli eventuali cittadini interessati da danni subiti dalla fauna selvatica, di mettere in atto finalmente norme ben definite anche per adottare misure che prevedano il selcontrollo (caccia selezionata) al di fuori del territorio delimitato dal Parco Nazionale dell’Alta Murgia e di consentire a quanti praticano la caccia di poterla esercitare finalmente sotto controllo venatorio e sanitario e contrastare anche il fenomeno di bracconaggio “selvaggio”». Infine, ma non per ultimo, ritengo ormai imprescindibile evidenziare che nella redazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio 2017-2022, si tenga conto dell’esigenza di istituire l’ATC (BT) per poter garantire una migliore gestione del territorio ai fini faunistico-ambientale, così come previsto dalle normative regionali vigenti.