La Missione Albania del campo giovani SS. Trinità continua con una nuova testimonianza in territorio albanese. Dopo aver visitato le realtà di Kavaje e Fllak, e aver conosciuto suor Maria, questa volta i ragazzi incontrano Padre Giorgio, prete da 15 anni a Durazzo e che in passato ha studiato presso il seminario maggiore di Molfetta, oggi parroco della Cattedrale di Santa Lucia a Durazzo, centro del cristianesimo cattolico del territorio.

«La Chiesa cattolica in Albania è una presenza significativa molto importante – commenta Padre Giorgio – anche perché nella storia ha avuto un ruolo ben preciso come istituzione. Noi siamo eredi di una gloriosa Chiesa Albanese, in virtù dei suoi martiri avuti nel periodo del comunismo. Attualmente cerchiamo di fare il nostro meglio annunciando il Vangelo attraverso la nostra presenza e anche tramite tutti gli strumenti che la Chiesa ha a disposizione, quali la predica, la carità, e l’istruzione nelle scuole. Non è sempre facile poiché a volte incontriamo dei problemi, però nel complessa la Chiesa in Albania è ben voluta ed inserita».

Padre Giorgio spiega come l’evangelizzazione sul territorio si svolga non solo a Durazzo, ma anche nei paesi limitrofi: «La Chiesa di Santa Lucia di Durazzo – continua – sta subendo la seconda restaurazione dopo il comunismo. Qui i parrocchiano sono circa 7-8 mila, distribuiti in varie zone, non solo nella città di Durazzo ma anche in alcune città limitrofe, dove abbiamo altre Chiese dove andiamo a celebrare il sabato e la domenica. Il centro delle attività è qui a Durazzo, ma si sviluppano anche all’esterno».

Infine i ragazzi della SS. Trinità, sempre guidati da Don Francesco Santomauro, si spostano in direzione Kavaje per incontrare gli anziani dell’ospizio situato proprio accanto alla Missione delle Suore “Santa Maria Domina Nostra” dove alloggiano. Un’occasione dove i giovani andriesi hanno cercato di portare un sorriso a chi da tempo, per malattia o per solitudine, ha perso la propria felicità. Tra lavori manuali, come l’impasto di acqua e farina per produrre pasta fresca, e canti con musica suonata dal vivo, i ragazzi hanno cercato di trasmettere un pizzico di sano divertimento, riscuotendo una numerosa partecipazione. Una circostanza che ha allietato i presenti e, viceversa, emozionato gli stessi ragazzi quando un’ospite non vedente della casa di riposo ha suonato dal vivo la propria fisarmonica, richiamando alcune storiche canzoni italiane imparate solo ascoltandole in radio. Un momento molto forte conclusosi con un lungo applauso dei giovani andriesi.