La procura di Trani mette il primo tassello nell’indagine sulla strage ferroviaria nelle campagne pugliesi e iscrive i alcuni nominativi nel registro degli indagati. Quel treno non doveva partire dalla stazione di Andria. Il fascicolo aperto con le ipotesi di reato di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo punta dunque dritto al personale di Ferrotramviaria che era in servizio ieri nelle stazioni di Andria e Corato: i due capistazione, innanzitutto, ma anche eventuali collaboratori. Perché gli accertamenti fin qui svolti se non hanno ancora consentito di ricostruire con esattezza la dinamica dell’incidente, hanno però permesso di avere alcuni punti fermi.

Nuovi particolari sono emersi anche dalle testimonianze di alcuni passeggeri sopravvissuti, i passeggeri del treno partito da Andria sarebbero stati fatti scendere dal primo treno, fermo sul binario 1, per salire su un secondo convoglio, fermo sul binario 2 e che sarebbe quindi partito in ritardo. Secondo la procura di Trani le circostanza non risulta ma le dichiarazioni verranno comunque acquisite e verificate.

E’ intervenuto anche Raffaele Cantone: il disastro ferroviario in Puglia «evidenzia purtroppo un oggettivo collegamento con la corruzione», ha detto il presidente dell’Anticorruzione, sottolineando che l’incidente “è frutto probabilmente di un errore umano, ma anche conseguenza di un problema atavico del nostro Paese di mettere in campo infrastrutture inadeguate ed una delle ragioni di ciò è da individuarsi nella corruzione”.