«Quello che è successo il 12 luglio può essere descritto come un insieme di comportamenti eccezionali, straordinari, abnormi?». E’ la domanda che si sono posti diverse volte durante la requisitoria i pubblici ministeri della Procura di Trani, il Dr. Pesce ed il Dr. Catalano. La risposta dell’accusa nel processo sulla tragedia ferroviaria in corso di svolgimento nell’aula bunker del carcere di Trani è stata laconica: «No». Per i pm «quello che è successo il 12 luglio era ampiamente prevedibile, anzi, poteva essere previsto.  Quello che succede il 12 luglio – è l’accorato racconto del Dr. Catalano durante la sua requisitoria – è la concretizzazione di cioè che era accaduto in passato e non era stato adeguatamente preso in considerazione con i provvedimenti conseguenti». Si è tornati in aula nella giornata odierna per la quarta udienza in cui sono impegnati i pubblici ministeri nel resoconto, per l’accusa, di tre anni processuali e circa 100 teste ascoltati. Ma nella scorsa udienza furono particolarmente forti, in aula, i momenti in cui sono state ascoltate alcune delle conversazioni telefoniche registrate tra i dipendenti di Ferrotramviaria e che precedono e seguono immediatamente lo scontro tra i treni. Comunicazioni spesso confuse e con l’utilizzo del dialetto. In particolare, ha spiegato il Dr. Catalano ripercorrendo minuto per minuto la mattina del 12 luglio dalle 10,36 sino alle 11,18 e cioè a ben 13 minuti dallo scontro: «Dalle telefonate si capisce come nessuno sia in grado di sapere dove sono i treni ed in che condizioni sono». Accuse che si estendono ai tutti gli imputati nel processo, 16 persone fisiche e la società Ferrotramviaria sia per quel che concerne gli errori materiali commessi in quella giornata, sia per la gestione della circolazione ferroviaria sino ad arrivare alle mancate verifiche. Dopo oggi si tornerà in aula il 27 ottobre giorno in cui dovrebbero esserci le conclusioni della requisitoria con la richiesta delle condanne da parte dei pubblici ministeri. A novembre, invece, saranno tre le udienze già fissate e saranno presumibilmente dedicate solo alle parti civili. Poi si passerà alle difese. Tempi ancora dilatati ma che per il nuovo anno dovrebbero portare ad un primo step della giustizia a quasi sette anni dall’incidente ferroviario.