Dal primo novembre aumenta il prezzo della tazzina di caffè anche nei bar e pasticcerie di Andria. Si va dagli attuali 90 centesimi a 1 euro. Un rincaro dato dal fatto che è aumentato il prezzo delle miscele. Ma non solo, il problema non è solo quello del caffè quanto del più generale aumento del costo della vita, a partire per esempio dal costo dell’energia elettrica. Lievita anche il prezzo del cappuccino che costerà 1.30.

«Purtroppo – spiega Lidia Marinacci, referente della Fipe Confcommercio di Andria – per noi bar e pasticcerie qualsiasi aumento di altri beni è rilevante, siamo in una fase sì di ripresa ma veniamo fuori da un periodo terribile e la batosta non è ancora stata smaltita per molti di noi. Le restrizioni legate alla pandemia hanno investito soprattutto il nostro settore, insieme ad alcuni altri, e ora che i consumi sono ripartiti ci ritroviamo noi per primi di fronte a tanti aumenti che dobbiamo ammortizzare in qualche maniera. Per questo siamo costretti ad aumentare. Resta il fatto che il prezzo della tazzina ad 1 euro è comunque più basso di quello di un caffè preso in tante altre città italiane dove si arriva anche a 1 euro e 20 centesimi».

«Se i titolari di bar e caffetterie non aderenti alla Fipe Confcommercio vogliono confrontarsi o comunque approfondire la questione siamo assolutamente aperti al dialogo per impostare una eventuale linea comune. Se la categoria sarà unita, tutto sarà più semplice. I clienti sceglieranno dove bere il caffè per ciò che si offre loro e non per i 10 centesimi in meno o in più a tazzina. Oggi già la Fipe ha un incontro con un gruppo di titolari di bar di un quartiere di Andria che ha chiesto chiarimenti, così invitiamo chiunque dovesse avere dubbi a contattare la Confcommercio – conclude Claudio Sinisi, presidente della Confcommercio di Andria».