I ragazzi di Generazione Catuma offrono la loro opinione sulla gestione della Pandemia, della comunicazione a questa collegata e sulle criticità della DAD.
In primo luogo la comunicazione: “Fin dal principio lo stile comunicativo adottato dal Governo, dalle Amministrazioni Locali, dai Media, salvo rare eccezioni, si è presentato ai cittadini come parziale, aggressivo, violento, inaccurato” dice Andrea Santamaria Ferraro, esponente di Generazione Catuma, che continua “Vogliamo che si smetta la continua colpevolizzazione di alcune fasce della popolazione in particolare (Giovani e giovanissimi in primis attraverso la “Movida”), la demagogia nei confronti di chi vuole fare una passeggiata in campagna mentre si consentono assembramenti, per esempio dentro e fuori i supermercati, in pieno centro cittadino e vogliamo che chi ha il compito di lavorare per il bene della cittadinanza si assuma pienamente le sue responsabilità”.
“Chiediamo un nuovo modello di comunicazione: chiaro, sereno, rispettoso dell’impegno che giornalmente tutti noi stiamo dimostrando con il fine di raggiungere il prima possibile la luce in fondo al tunnel” e, conclude Santamaria, “Il modo in cui vengono istruiti e informati i cittadini non può essere la propaganda del terrore a cui siamo sottoposti giornalmente”.
Altro tema fondamentale è quello delle restrizioni adottate sul territorio andriese. Alessandra Sibio: “Pur prendendo atto dell’Emergenza in corso e consapevoli della necessita di assumere nuove ed ulteriori misure di sicurezza e prevenzione, non possiamo credere che il modo migliore per farlo sia emanare un giorno sì e l’altro pure ordinanze a grappolo, spesso incoerenti tra di loro, sempre causa di ulteriore confusione e mai di necessaria chiarezza. Soprattutto” prosegue Alessandra “imporre la chiusura anticipata alle attività di prima necessità ci sembra avere come risultato quello di un maggiore sovraffollamento in determinati orari della giornata piuttosto che un miglioramento della situazione in essere. Solo con attenzione e riflessione si può evitare il caos attuale a beneficio di maggiore serenità per tutti gli andriesi”.
Infine, non per importanza, l’inadeguatezza delle strutture sanitarie (Nella BAT vi è la proporzione peggiore e più bassa tra cittadini e posti letto in ospedale disponibili) e scolastiche, ma anche la didattica a distanza (DAD)
“Pensiamo che la DAD non possa garantire in alcun modo la preparazione possibile grazie alla didattica in presenza e speriamo che il prima possibile si possa tornare alla normalità che ci era stata promessa per settembre durante l’estate.” Sostiene Tommaso Bruno, che prosegue “Pensiamo che gli studenti di oggi rappresenteranno la classe dirigente di domani e che, dunque, le spese per l’istruzione devono aumentare ed essere coerenti con gli obbiettivi da raggiungere. La questione dei banchi con le rotelle, con i suoi esorbitanti costi dimostrati dal Codacons, è l’esempio di come non si deve agire nell’ambito dell’Istruzione. Ma, consapevoli delle circostanze attuali, se la DAD deve proseguire, deve essere potenziata e ricevere i giusti finanziamenti; deve raggiungere tutta la popolazione studentesca e non solo una parte di questa; deve essere accompagnata dalla preparazione sia del corpo docente, sia del corpo alunni. Solo così la DAD ha ragione di esistere”.