Una storia che attende di conoscere la parola fine, una giovane madre e i suoi genitori che attendono di riabbracciare tre bambini, figli per la prima e nipoti per i secondi. La ambientiamo tra Andria e Barletta, luogo di residenza il primo, sede di una casa famiglia che ha ospitato questa madre 26enne la seconda. Angela, useremo un nome di fantasia, ha tre bambini, un passato fatto di violenze subite da parte del suo compagno, un matrimonio finito male e ricoveri, l’ultimo dei quali a dicembre 2018 e caratterizzati dall’utilizzo di farmaci con effetti collaterali che avevano portato la giovane anche vicina a istinti suicidi. Da aprile 2019, quando ha rilasciato una dichiarazione in cui spiegava la volontà di dare in adozione i suoi tre figli, la sua vita non è più la stessa.

Un processo al Tribunale per i Minorenni di Bari e uno in Corte d’Appello sono in corso, ma del primo non si hanno risposte da più di 10 mesi nonostante il parere favorevole del curatore dei minori. Sul tavolo della giustizia ci sono due distinti pareri del curatore dei minori e delle assistenti sociali, mai riuniti in un unico fascicolo: uno spiega che i nonni possono essere gli affidatari dei bambini, l’altro invece esprime parere negativo sulla questione. Era il 30 ottobre del 2019 quando il tutore chiese che il Tribunale per i minorenni autorizzasse almeno tre incontri a settimana tra i minori e i nonni, per un periodo di osservazione di 30 giorni e successivamente assicurare che questi incontri avvengano nell’abitazione dei nonni.

Quel provvedimento oggi è congelato, nonostante due distinti solleciti del legale difensore della famiglia a giugno e successivamente a inizio settembre, con un’istanza al presidente del tribunale. La lentezza della giustizia coincide con l’incertezza, che persiste da 30 ottobre 2019: quella di Angela, che ha ripeso per mano la sua vita e oggi lavora in un bar, dei suoi genitori e soprattutto dei tre giovani fratellini, oggi divisi in altrettante case e separati dai loro principali affetti.