La doppia preferenza di genere è ormai un traguardo anche per la Puglia, che in materia era una delle residue “Cenerentola” del Paese. Forte è stato in tal senso l’impegno della Commissione Regionale per le Pari Opportunità, istituzionalmente vocata al monitoraggio ed alla applicazione sul territorio regionale dei principi di uguaglianza e parità sociale tra uomini e donne”.

Ad affermarlo è la componente della Commissione Pari Opportunità Regione Puglia e candidata al consiglio comunale con la lista Andria Nuova a supporto di Nino Marmo, Emma Monterisi.

«Ma pur soddisfatte di tale obiettivo noi donne non ci illudiamo più di tanto: quote di genere e doppia preferenza sono solo un primo e fondamentale passo di un percorso ancora irto di ostacoli, pregiudizi e luoghi comuni. Perchè se è vero che la rappresentanza femminile in politica è andata lentamente ma progressivamente crescendo, è altrettanto vero che sono ancora poche, troppo poche, inspiegabilmente poche, le donne che ricoprono ruoli apicali nel Governo, nel Parlamento e, a cascata, nelle Amministrazioni regionali, provinciali e municipali. Ora però è giunto il momento di lavorare sulle coscienze ed innestare un forte processo culturale che induca sempre più donne a scendere nell’agone politico e, sopratutto, sempre più donne elettrìci a fare fronte comune per una battaglia che è civile e sociale prima ancora che politica. Che le donne votino le donne non sarà certo un obbligo, ma sicuramente un’ opzione in più da far valere nel momento delle scelte che contano. Così come anche per gli uomini ci sarà l’opportunità di una scelta più ampia e ponderata che privilegi non soltanto le capacità e le competenze ma anche, perchè no, quella sensibilità tutta femminile che spesso necessita per affrontare le questioni più delicate del vivere quotidiano: in famiglia come sul lavoro, nella scuola come nel sociale, nell’impresa come in politica. Anche per Andria vale questo principio. L’augurio è che proprio da noi donne parta un’autentica rivoluzione pacifica capace di trasformare una città allo sbando in una comunità con un nuovo orizzonte. In buona sostanza un nuovo modello di convivenza civile, di solidarietà sociale, di crescita e di sviluppo economico per tutti. Nessuno escluso».