«Le elezioni comunali sono ormai alle porte e in questa fase così calda per il centrodestra andriese, la parola d’ordine che viaggia “sistematicamente” sulla bocca di tutti i rappresentanti politici nostrani è la “ricerca dell’unità”. Un principio assolutamente condivisibile la cui applicazione tutti auspicano a parole, ma che molti rendono impossibile nei fatti condizionandola a veti personali che a tutto portano tranne che alla unità. È manifesta la proposta di candidatura a sindaco di Nino Marmo, ratificata dal coordinamento regionale di Forza Italia, alla quale la Lega andriese ha contrapposto pretestuosamente quella del proprio segretario cittadino. Contro-candidatura, quella di Miscioscia, pretestuosa e debole. Debole perché se da un lato viene considerata dall’ex Sindaco Giorgino “candidatura da sostenere fino alla fine con fermezza e determinazione” dall’altro proprio lo stesso Miscioscia la considera immediatamente “cestinabile” qualora Marmo facesse un passo indietro. Bell’esempio di fermezza e determinazione. Pretestuosa perché semplicemente incompatibile con la campagna elettorale di Nicola Giorgino». Intervengono così, in una nota congiunta, Forza Italia Andria e Andria Nuova.

«Cerchiamo di essere chiari con i cittadini e soprattutto rispettosi delle loro intelligenze. La pregiudiziale personale e non politica proposta da Giorgino su Marmo è soltanto uno strumento per garantire maggiore fluidità alla prossima campagna elettorale dell’ex sindaco di Andria. Risulta strano che lo stesso Giorgino osanni le capacità amministrative e l’esperienza di Marmo, salvo poi contestarne la discesa in campo perché “divisiva”. Dall’ultima intervista rilasciata ad un’emittente locale Giorgino ha palesemente affermato che “in virtù di una situazione politica (quale?), Marmo non è unificante. Lo poteva essere se avesse fatto altri percorsi”. In sostanza, se non mi faceva cadere, poteva fare il candidato Sindaco.

Al di là delle motivazioni amministrative, che giorno dopo giorno confermano la correttezza della scelta di Forza Italia di staccare la spina quasi un anno fa a un Sindaco che, è bene ricordarlo, all’epoca dei fatti era senza ombra di dubbio di Forza Italia e che solo dopo si è palesato alla Lega, è evidente che l’atteggiamento di Giorgino stia spingendo sull’Aventino la Lega di Andria. I quadri, i tesserati e gli elettori della Lega, ad oggi, risultano ostaggio di scelte che farebbero comodo solo ad una persona. Come è accaduto sempre in questi nove anni! Una persona che ancora non riesce a prendere contezza dei suoi errori e continua a raccontare una sua verità che viene costantemente smentita dai fatti. È di pochi giorni fa, infatti, la notizia che ulteriori debiti fuori bilancio, provenienti dall’Aro di cui Giorgino era presidente, quantificabili in circa 6 milioni di euro, si siano abbattuti sulle già infelici casse del Comune di Andria. Un’ulteriore massa debitoria, certificata dal sub Commissario e portata a conoscenza di tutti i soggetti facenti parte della ARO 2BT, su cui sarebbe bene che l’ex Sindaco desse spiegazioni, invece di concentrarsi su evanescenti teorie di strategia politica, e che testimonia ancora una volta come la gestione del Comune sia stata opaca e sia stata giustamente interrotta una volta che Forza Italia ha preteso di andare a vedere le carte nel dettaglio, al di là delle rassicurazioni di facciata date dall’ex Sindaco in Consiglio Comunale. Noi non vivevamo nelle sue stanze e nei suoi uffici, qualunque cosa ne dicano i nostri detrattori e lo stesso ex Sindaco. Ci siamo attenuti a un patto di fiducia politica con chi aveva il compito di amministrare una città, per poi scoprire, forse troppo tardi, che tutto quello che ci veniva raccontato non corrispondeva al vero e in virtù del rispetto nei confronti dei cittadini e in coerenza con la nostra idea di politica abbiamo chiuso quell’esperienza.

Alla luce di tutto questo è evidente quindi che la proposta di un candidato serio e competente debba innanzitutto servire a ristabilire ordine nel disastro amministrativo che oggi Andria si trova a pagare e al tempo stesso garantire la vittoria contro i contendenti attualmente proposti sullo scacchiere cittadino. In tal senso la scelta di Marmo dovrebbe immediatamente soddisfare tutti. Tutti tranne uno. Ci chiediamo, dunque, chi è effettivamente l’elemento “disturbante” in questo momento al tavolo del centrodestra andriese?

La metafora che lo stesso Giorgino utilizza riferendosi al ragazzino che “all’oratorio porta via il pallone se escluso dal gioco” calza a pennello con il suo atteggiamento che arriva addirittura a mettere in discussione, in un mero esercizio retorico proposto dal giornalista nella citata trasmissione televisiva, lo stesso Salvini. Alla domanda esplicita su che cosa Giorgino risponderebbe a Salvini se quest’ultimo imponesse Marmo come unico candidato del centrodestra ad Andria, l’ex sindaco conferma “Mai con Marmo” ponendo una pregiudiziale insormontabile su tale nome che neppure Salvini potrebbe scalfire. Rispetto per la Città, per gli alleati e per i suoi pari a zero.

A questo punto, sarebbe opportuno che Giorgino in questa fase si facesse da parte,  ponendosi in quarantena per almeno cinque anni, perché non ha solo dissestato il Comune di Andria ma anche il centrodestra, magari delegando qualche dirigente della Lega dotato di maggiore lucidità poiché ai tavoli politici provinciali sarebbe opportuno parlare di politica guardando avanti e non assistere alla stucchevole difesa della propria attività amministrativa con lo sguardo rivolto all’indietro. Detto questo, auspichiamo che tutti rinsaviscano e decidano di partire, realmente uniti per vincere una campagna elettorale che si preannuncia non facile, ma di certo interessante. In mancanza di chiarimenti necessari, dovremo prendere atto della spaccatura del centrodestra imposta da Giorgino».