Se la Fidelis Andria può ancora guardare dritto negli occhi l’obiettivo playoff il merito è in buona parte di un jolly chiamato Emanuel Manno. Il numero 10 cresciuto nel Palermo e passato dal Potenza prima di approdare in biancoazzurro aveva esibito lampi di classe nel corso del campionato, su tutti il delizioso scavetto per il centro dell’1-3 nel derby di andata a Taranto, ma non era mai decollato fino all’ultima curva di Fidelis Andria-Gravina. Una stagione in 35 secondi. Quelli sufficienti per prendere il posto di Zingaro al 93′, sul 2-2, controllare con imbarazzante semplicità un lancio di Porcaro e farsi mettere giù in area di rigore. Lì il piccolo Emanuel ha dimostrato di avere spalle larghe: ha preso tra le mani un pallone pesante come un macigno e l’ha scaraventato in fondo al sacco.

Nei 700 minuti del suo campionato, i 60 secondi più emozionanti per Manno. E forse decisivi: per lui e per la Fidelis. Domenica sarà tempo di far visita a un Team Altamura privo di obiettivi. Vincere è l’imperativo, confidare che il Bitonto non perda a Picerno e che il Savoia non vinca con largo scarto contro la Gelbison le speranze da perseguire per evitare un arrivo a 3 che penalizzerebbe la Fidelis, estromettendola dai playoff. Con l’Altamura Manno ha ancora un conto in sospeso: all’andata al Degli Ulivi una traversa gli impedì la prima gioia in casa.