È una sentenza di condanna a sei anni di reclusione quella che in primo grado di giudizio il Tribunale di Roma ha emesso nei confronti dell’ex assessore all’ambiente del comune di Andria. A Francesco Lotito era contestato il reato di corruzione: per questo fu arrestato l’11 dicembre del 2013 nell’operazione coordinata dalla Procura di Monza che aveva indagato sugli appalti che la ditta di raccolta e smaltimento rifiuti Sangalli aveva in numerose città d’Italia. Appalti vinti, secondo la Procura, oliando diversi amministratori locali. Dimessosi dal ruolo di assessore dopo l’arresto, Lotito rimase in custodia cautelare diversi mesi.

Fino a quando, ricorrendo in cassazione, ottenne la dichiarazione di incompetenza terrotoriale della procura di Monza e lo spostamento del processo a Roma. Lì, nella stazione Termini, si sarebbe infatti consumato l’episodio corruttivo secondo la parte inquirente. Le cui richieste di pena sono state accolte in pieno dal giudice che dopo tre ore e mezza di camera di consiglio ha emesso la sentenza di condanna a sei anni. Secondo il legale dell’ex assessore Lotito, l’avvocato Domenico Di Terlizzi, la sentenza poggia sulle ammissioni di Giorgio Sangalli, figlio di Giancarlo fondatore dell’omonima azienda di raccolta e smaltimento rifiuti. L’avvocato di Terlizzi commenta così la sentenza di condanna.

Rispetto agli altri soggetti coinvolti nella vicenda, a Lotito è comminata una pena più alta. In attesa delle motivazioni alla sentenza in base alle quali potrà essere proposto ricoso in Appello, l’avvocato Di Terlizzi anticipa il tema principale della linea difensiva. Per Lotito, invece, giungerà presto anche la decisione del tribunale di Trani che indaga
su un altro filone d’inchiesta sempre relativo l’appalto rifiuti: quello legato all’azienda di raccolta rifiuti AIMERI che aveva l’appalto di Andria prima della Sangalli. Inchiesta scaturita dall’episodio del 31 marzo 2011 quando un ordigno fu posizionato davanti al mobilificio dell’assessore. A Trani, Lotito deve rispondere di concussione e turbata libertà di scelta del contraente.