Della gara resta la vittoria importante della Fidelis targata Gigi Panarelli ma resta anche il giallo per un mancato gesto di fair play del Campobasso, cancellato dopo minuti interminabili con un nuovo gol biancazzurro. Una brutta e bella pagina del calcio moderno che fa proprio del fair play in campo uno dei valori simbolo. Ma andiamo con ordine in una gara che si accende, effettivamente, solo nella ripresa. In campo il 3-5-2 classico per Gigi Panarelli. Diverse le novità in campo. Subito esordio per Alcibiade, difensore ex Juventus Under 23, accanto a Sabatino e Lacassia. Esordio dal primo minuto, invece, per Di Piazza in attacco accanto a Bubas. Il 4-3-3 per Cudini con Di Francesco-Rosetti-Liguori in avanti. Lunghi minuti di studio in fase di avvio con la maggiore intraprendenza del Campobasso che ci prova due volte sugli sviluppi di due calci d’angolo: il primo con la testa di Tenkorang, palla alta, più preciso Bontà che scalda i guantoni di Dini. Lo stesso metronomo di centrocampo dei padroni di casa ci prova con un tiro potente da oltre 20 metri ma la palla finisce sul fondo. La Fidelis è guardinga e prova ad imbeccare il tandem Bubas-Di Piazza che veleggiano sul filo del fuorigioco senza trovare mai lo spunto giusto. Allo scadere l’azione forse più pericolosa del primo tempo con Rossetti che ha sui piedi la palla buona da posizione defilata ma calcia alto. Dagli spogliatoi in campo una Fidelis decisamente più propositiva con Bonavolontà che sale di tono nel cuore del centrocampo e ci prova con due tiri nei primi sette minuti. Il primo centrale e bloccato da Raccichini, ed il secondo potente ma troppo alto. Candellori replica con pallone potente nel cuore dell’area di rigore che nessuno riesce a deviare in porta. Bubas protegge palla spalle alla porta in piena area di rigore e Bardella è ingenuo ad atterrarlo. Per il direttore di gara è calcio di rigore tra le proteste di casa. Dal dischetto si presenta Matteo Di Piazza che beffa Raccichini con un tiro preciso. E’ il vantaggio andriese che potrebbe subito esser incrementato dopo la rovesciata di Bubas smanacciata da Raccichini ed il tiro solitario di Casoli alle stelle da ottima posizione. La replica di casa è affidata al colpo di testa in tuffo di Di Francesco, liberissimo, palla sul fondo di poco. Al quarto d’ora ecco l’episodio che cambia volto al match fino a quel momento correttissimo. Di Noia prende un colpo e capitan Benvenga mette palla fuori per consentire le cure. Il numero 10 andriese esce dal campo e nella ripresa delle ostilità il Campobasso dovrebbe restituire palla, ma il lancio verso la difesa ospite, completamente ferma, diventa facile preda di Tenkorang che nell’incredulità generale salta Dini e deposita il pallone in porta. Veemente la reazione Fidelis assieme alle proteste che durano diversi minuti. Alla ripresa sul pallone ci va Bubas, il Campobasso si scansa per consentire di ristabilire il gol di vantaggio ma non è d’accordo Dalmassi che blocca l’attaccante andriese. Sugli sviluppi dell’azione Alberti calcia al volo ma sul fondo. A questo punto, l’ultimo colpo di scena: dal fondo palla restituita alla Fidelis e gol di Bubas. Un pasticcio che testimonia in pochi minuti il bello ed il brutto del calcio. Sulla spinta del nuovo vantaggio è Bonavolontà a divorarsi un gol già fatto tutto solo davanti al portiere. Tanti cambi per entrambi i tecnici e Vitali, appena entrato, scalda subito i guanti a Dini. La pressione di casa si allenta anche se allo scadere è Emmausso ad avere sulla testa il colpo del pari, palla sul fondo. Tanti minuti di recupero e Fidelis cinica a chiudere i conti: Alberti parte in posizione regolare da destra salta un difensore e sfera che arriva nei piedi di Bolognese, tiro a botta sicura ma Raccichini compie un miracolo anche se nulla può sul secondo tiro che chiude i conti del match. Tre punti importanti per la squadra di Panarelli che risale in graduatoria e si scrolla quell’ultima piazza in classifica. Mercoledì ora si torna subito in campo per il sesto turno di campionato: al “Degli Ulivi” di scena il derby contro il Foggia di Zeman.