Era il 13 luglio di un’estate caldissima. Una giornata che era cominciata come tante altre, di mattina presto. Sveglia alle 2 per essere all’alba nei campi. Ma Paola Clemente, la bracciante tarantina morta nei campi ad Andria mentre lavorava alla cosiddetta acinellatura dell’uva, quel giorno di cinque anni fa a casa non è più ritornata. Un anno dopo, il 18 ottobre del 2016, la Camera dei Deputati ha approvato la legge n. 199 che contiene regole in materia di contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura, ribattezzata “anti-caporali”.

«Ecco perché non possiamo né vogliamo dimenticare Paola, la sua storia e quell’estate caldissima sono scolpite nella nostra memoria e nel nostro agire quotidiano. Il sacrificio di questa donna è servito a portare a compimento la nostra battaglia di sempre contro i caporali e contro le illegalità. A lei dedichiamo oggi il nostro pensiero e anche a tutte quelle lavoratrici e quei lavoratori, anche migranti, che purtroppo sono ancora costretti a lavorare, non solo nel comparto agricolo, per poche decine di euro e sotto i caporali. Certo, oggi c’è una legge, uno strumento importante per l’azione di contrasto verso questa piaga da parte delle forze dell’ordine, ma tanto purtroppo resta ancora da fare in termini di diffusione della cultura della legalità nel mondo del lavoro», dicono Gaetano Riglietti, segretario generale Flai Cgil Bat e Biagio D’Alberto, segretario generale Cgil Bat.

A ricordare Paola e tutte le vittime dello sfruttamento nella Camera del lavoro di Andria dal 2016 c’è una targa voluta per sensibilizzare l’opinione pubblica oltre che per non dimenticare. «In ricordo di Paola diciamo con fermezza a tutte le lavoratici e i lavoratori non solo agricoli di pretendere senza indugi un’occupazione sana e legale, ma soprattutto rispetto e lanciamo loro un appello per non abbassare la testa e non tacere!», concludono Riglietti e D’Alberto.