Quell’abbraccio che vale più di mille parole, quell’abbraccio che aspetti con ansia dopo aver temuto di non poterlo mai più avere, quell’abbraccio che ti cambia per l’ennesima volta la vita. E’ l’abbraccio lungo oltre 40 giorni celebrato ieri sera da Maria e Giacomo sotto la loro abitazione ad Andria dopo il ritorno a casa, dalla sua famiglia, proprio di Giacomo dopo aver definitivamente sconfitto il Covid-19. Una famiglia che ha vissuto un vero e proprio incubo con tutta l’aggressività del coronavirus testata sulla propria pelle.

Un incubo iniziato a fine febbbraio e nei primi giorni di marzo quando la mamma di Giacomo viene dimessa da un centro di riabilitazione cardiologica e torna a casa con un po’ di febbre ma nessun pensiero al Covid. Maria ci racconta di come la loro vita fosse estremamente attenta al rispetto del lockdown, anche se probabilmente il virus era già in casa. Tanta apprensione diventata poi una certezza dopo il 4 aprile quando Giacomo e suo padre cominciano a tossire e ad avere una insistente febbricola. Scattano le prime telefonate ai medici, la situazione diventa sempre più complicata per gli stessi sintomi accusati anche da loro nipote. Il 10 aprile ecco i primi tamponi e le prime notizie negative con le positività che pian piano si allargano sino ad otto. Tutta la famiglia contagiata da Covid-19. L’11 aprile scatta la massima allerta proprio per Giacomo che viene portato via dal 118 a causa dell’aggravamento della situazione.

Qualche giorno più tardi un ulteriore aggravamento, una crisi respiratorio ed un peggioramento del quadro clinico che crea grandissima apprensione nei familiari e soprattutto in Maria anch’ella risultata poi positiva al Covid-19. Il via libera al farmaco sperimentale, la terapia intensiva, il lento miglioramento da un virus che in tanti hanno sottovalutato. «Questa storia ci ha segnato per sempre – ci spiega Maria – Confido nella vostra coscienza proteggetevi e proteggete chi amate. I sensi di colpa e i rimpianti logorano l’anima».

Poi le buone notizie che si inseguono e le prime negativizzazioni compresa quella di Maria sino a ieri quando anche Giacomo riceve anche il secondo tampone negativo. E’ guarito. E’ gioia. E’ l’abbraccio che mancava da oltre 40 giorni.

Una storia che abbiamo voluto raccontare di chi è riuscito a sconfiggere questa malattia. Una storia che non cancella le tante storie brutte e tremende di questa pandemia. Una storia che chiarisce, se mai ci fosse ancora bisogno, quanto dura sia questa battaglia da affrontare contro un avversario nascosto ed insidioso. Le varie fasi della ripartenza si susseguiranno nei prossimi giorni ma servirà tantissima responsabilità ed anche tantissima attenzione per uscirne fuori tutti da vincitori per tornare ad abbracciarsi così come hanno fatto Giacomo e Maria.