«Piano per il sud:  ne abbiano sentito parlare tante volte, sotto nomi diversi.  Ma se nei prossimi mesi saranno mobilitate idee ed energie, qualcosa di buono se ne può ricavarePer Andria e il territorio ci sono opportunità, ma non ci regalerà niente nessuno. La nostra città ha perso troppe possibilità e troppe risorse, oltre al drammatico buco nel Comune, facendosi trovare divisa impreparata e alla deriva anche rispetto a fondi europei e opportunità di crescita». Sono le parole di Vincenzo Caldarone di Andria Bene Comune che lancia una sua idea di come uscire dalle sabbie mobili dei problemi finanziari dell’ente.

«Andria deve avere progetti all’altezza, utili, che rimettano in moto imprese e lavoro. Si può e si deve fare – spiega Caldarone – vediamo quali progetti bisogna preparare, nei settori in cui è suddiviso i Piano per il Sud, quando Andria avrà un governo vero:

  1. infrastrutture :
  • RACCORDO TANGENZIALE da autostrada a ex SS 98 per decongestionare metà città, e ridare qualità urbana e ambientale: –
  • Lo stesso per sanare la ferita della ferrovia che, dopo tanto tempo e tante occasioni sprecate, non viene sanata dal progetto di interramento n esecuzione
  • rigenerazione urbana, fisica e sociale del centro storico con programma e fondi di Social Housing
  1. agroindustria:
  • infrastruttura fisica e finanziaria per lo stoccaggio e la tracciabilità olio evo
  • programma e strutture di marketing e promozione collettiva dell’olio
  • polo innovazione e centro di competenza in agricoltura smart al centro ricerche Bonomo e Istituto Agrario
  1. turismo
  • programma di sviluppo per infrastrutture sostenibili Castel del Monte e sostegno alla ricettività e ai servizi alla accoglienza e promozione
  1. green new deal:
  • efficientamento energetico dei beni pubblici
  • produzione energie rinnovabili e comunità energetiche –
  • smart city per sicurezza  e protezione ambientale

Concentriamoci sulle cose fattibili, senza elenchi infiniti. Per tutte queste attività già le risorse esistono, le proposte anche. Si può fare. Bisogna varare progetti, reti di cittadini e imprenditori, sostenere le idee dei giovani e della innovazione. Anche se il comune è in deficit drammatico non bisogna fermarsi, sia perché i soldi ci sono sia perché il nostro vero valore sono le persone e le idee da cui ricominciare. Lo spettacolo pre elettorale ci dice altro purtroppo. Si odono quasi solo rumors di candidature e conflitti di posizione, esattamente il contrario di quello che serve. Ecco perchè solo una rete civica popolare,  di coesione, progetto e di governo, che raccolga energie e disponibilità,  può salvare Andria. Continuiamo a crederci e a lavorare per questo».