È unanime la volontà politica di trovare soluzioni alternative alla realizzazione della tangenziale ovest di Andria. Gli esponenti di ogni schieramento hanno espresso tutte le loro perplessità su un progetto del 1989 e che solo negli ultimi giorni è diventato argomento di dibattito e scontro politico.

Il dibattito politico ad Andria sull’opportunità di realizzare quest’opera che appare sbagliata sin dalla sua denominazione (perché non è una tangenziale ma una bretella, perché non si troverebbe a ovest ma a sud di Andria e perché correrebbe parallela all’attuale tratto della ex statale 98 che attraversa il territorio di Andria) si è acceso solo negli ultimi giorni a seguito dell’iniziativa di alcuni cittadini e di tre associazioni ambientaliste che hanno proposto ricorso al TAR su questa realizzazione informando la città nel corso di un incontro cui hanno preso parte anche diversi esponenti politici.

Il sindaco di Andria Nicola Giorgino ha voluto invece esprimere ieri, nel corso di una conferenza stampa la sua posizione portando all’attenzione dell’opinione pubblica alcuni atti. Le sue perplessità sull’opera le ha espresse in alcuni scritti inviati anche alla presidenza del consiglio dei ministri evidenziando alcune criticità. Giorgino si è mostrato infastidito per non essere stato invitato all’iniziativa delle associazioni ambientaliste contro l’opera e ha criticato l’informazione locale per non aver dato adeguato spazio alle sue posizioni che al contrario di quelle di tutti gli altri esponenti politici locali non sono contraddittorie: da un lato ha riportato per esempio il post facebook dell’onorevole D’Ambrosio che il 16 ottobre festeggiava il finanziamento dell’opera salvo poi definirla sciagurata subito dopo il convegno organizzato dalle associazioni ambientaliste.

Anche Nino Marmo che in quella occasione ha espresso il suo no all’opera, nel 1991 era tra i consiglieri comunali che l’hanno approvata e Fisfola era invece tra i consiglieri provinciali che l’hanno sostenuta in quella sede. Da parte sua Giorgino, ha spiegato nella conferenza stampa, che la sua posizione vuole contemperare l’esigenza di mettere in sicurezza la circolazione con l’impatto ambientale, la valutazione di un nuovo progetto e il mantenimento dei fondi destinati a quell’opera, il blocco dell’opera con le possibili rivendicazioni dell’impresa che ha vinto l’appalto e che potrebbe chiedere i danni per il mancato avvio dei lavori.