«Se qualcuno abbia voluto distogliere l’attenzione dai profondi problemi che gravano sulla testa del comune di Andria e dei suoi cittadini ci sta riuscendo appieno». Con queste parole i rappresentanti dell’Associazione “Io Ci Sono!”, componente effettiva della 1^ Consulta comunale della città di Andria, evidenziano la dannosità della comunicazione di queste ore in merito al servizio comunale di mensa scolastica. «Un argomento che – secondo il Presidente dell’Associazione, Savino Montaruli – in queste ore sta destando disorientamento non solo nelle famiglie ma anche nella comunità scolastica».

Montaruli ha dichiarato: «Cambiare le regole del gioco mentre la partita è già iniziata ed è ancora in corso è diabolico oltre che assolutamente disumano. Qualora la notizia dell’avvio del servizio mensa portasse a elementi di positività allora forse saremmo tutti grati anche a coloro che hanno generato questa drammatica ed assurda situazione ma così non lo è, neppure lontanamente. Qual è dunque il senso di uno scombussolamento di tale portata mentre, di fatto, le scuole e le famiglie si sono già adeguatamente organizzate dimostrando, peraltro, di aver trovato soluzioni molto più economiche, propizie e adeguate rispetto a quelle dell’ente pubblico? Perché tanta cattiveria e persecuzione nei confronti di studenti e delle loro famiglie che vedrebbero imporsi pagamenti di somme che sono anche di quattro volte superiori a quelle che oggi pagano per un servizio privato definito eccellente? Sulle modalità con le quali sono stati predisposti, distribuiti e poi raccolti i dati nei moduli imposti dal comune ci sarebbe da scrivere una storia drammatica ma guardiamo avanti e chiediamoci: “che senso ha, oggi, cambiare la carte in tavola? Chi lo ha chiesto? A quale prezzo? Per favorire chi? Con quale ipotesi di legittimità si intenderebbe vietare il consumo del l’ormai consolidato pasto domestico a chi ha fatto “forzatamente” questa scelta? Perché le cosiddette Autorità comunali non dicono con onestà e con chiarezza che la scelta del “pasto domestico” è una libera scelta degli Istituti scolastici e che il comune in questo scelta non può e non deve interferire? Perché vietare una scelta autonoma delle scuole in funzione di una imposizione della mensa scolastica comunale, dichiarata illegittimamente incompatibile con il pasto domestico?

Al fine di evitare contenzioni, anche di natura giudiziaria, e soprattutto per un coerente e corretto comportamento istituzionale, le autorità comunali, ai massimi livelli, vengano ad affrontare la tematica nelle Consulte comunali e la smettano di dettar legge pur sapendo che quelle leggi non possono essere costruite a piacere.  E’ veramente giunta l’ora di smetterla con le improvvisazioni e con il pressapochismo che intriso di relativismo inconsistente ha portato questa città ad essere ultima, in tutto», ha concluso Montaruli di Io Ci Sono!