Si prospetta un anno scolastico drammatico ad Andria: trasporto, mensa, assistenza specialistica sono i servizi che con tutta probabilità saranno soppressi.

Il motivo è presto detto: con il piano di rientro in fase di elaborazione, non è chiaro di quali e quante risorse potrà disporre il settore pubblica istruzione del Comune di Andria. La giornata di un piccolo alunno andriese potrebbe quindi iniziare in macchina dei suoi genitori per raggiungere l’istituto scolastico di destinazione con i conseguenti disagi dal punto di vista del traffico.

Una volta raggiunta la scuola, per gli alunni con prospetto autistico, potrebbe non esserci il supporto dell’educatore specializzato: un servizio che per quanto facoltativo, è da più di dieci anni fornito dal comune in convenzione con le cooperative sociali che si apprestano dunque a ridurre fortemente il personale di cui dispongono. Il supporto ai bambini e ragazzi con spettro autistico sarà quindi tutto sulle spalle dell’insegnante di sostegno.

È tutta da vedere la nuova procedura per i contributi per i libri scolastici che da quest’anno metterà a diretto contatto le direzioni scolastiche con i cartolibrai mentre fino all’anno scorso era il comune ad avere rapporto con le librerie. Il servizio mensa scolastica di sicuro non partirà: avviato solitamente nei primi giorni del mese di ottobre, quest’anno il bando non è stato pubblicato nonostante sia stato approntato diversi mesi fa. Con il venir meno del servizio mensa scolastica si possono innescare una serie di ripercussioni ancor più preoccupanti: a prevedere questo servizio sono le scuole materne ed elementari che propongono l’orario continuato. Questo ha indotto le direzioni scolastiche a calibrare il numero di insegnanti sulle ore continuate e non è dato sapere se la conseguenza diretta del venir meno della mensa sarà quella di avere un surplus di lavoratori.

Già in altre regioni, soprattutto al nord, si è parlato di ritorno alla schiscetta, il pranzo o il panino portato da casa. Ma se questo può andar bene per gli studenti delle elementari, non è immaginabile che tale servizio venga meno nelle scuole materne. E con la mensa va a farsi benedire anche l’educazione alimentare che in un paese come l’italia dovrebbe invece rappresentare un irrinunciabile vessillo.

Andria, va detto, si adegua dopo anni ad una negative tendenza tutta meridionale: in puglia sono il 74% gli alunni che non accedono al servizio mensa scolastica e come annuncia il rapporto pubblicato da Save the Children proprio oggi, dall’inequivocabikle titolo “non tutti a mensa 2018” si allarga il gap del servizio nel nord italia, rispetto al sud italia: considerate le città al di sopra dei 100mila abitanti, a milano viene fornito al 95% degli alunni, a Taranto all’11%, a Foggia all’8%, e chissà Andria come si classificherà con questa negativa novità.