«La provincia Bat, già pesantemente danneggiata dal Piano di Riordino e dalla delibera che ha chiuso ben 3 punti di primo intervento, in queste ore, stando a quanto riportato nelle carte dello studio di prefattibilità del nuovo ospedale, sembra destinata a subire un altro duro colpo per quello che riguarda l’offerta sanitaria. Mentre nel Piano di Riordino ospedaliero si prevedeva la costruzione di un ospedale di secondo livello, con più reparti e con minimo 450 posti letto, oggi, nelle carte presentate al Ministero, la definizione secondo livello è misteriosamente scomparsa. Cosa che non è di poco conto, perché in buona sostanza significa un’ulteriore riduzione del servizio, già ridotto all’osso». Così la consigliera regionale del M5S Grazia Di Bari, che ha depositato una richiesta di audizione del Presidente/Assessore alla Sanità Emiliano in III Commissione per avere chiarimenti sullo studio di prefattibilità del nuovo ospedale di Andria presentato dalla regione al Ministero della Salute.

«Le mie perplessità – spiega la pentastellata – sono dovute per prima cosa al fatto che si parla di un ospedale con 400 posti letto mentre un ospedale di secondo livello ne ha minimo 450 ed avere 50 posti letto in meno non è fatto di poco conto. Per non parlare poi dei reparti in meno previsti nello studio. Mi chiedo: perché questo cambio di direzione rispetto al Piano di Riordino? Altro punto su cui chiederò chiarimenti è l’area sulla quale dovrebbe sorgere il nuovo ospedale, e il condizionale in questo caso è d’obbligo visto che si festeggia senza ancora avuto l’ok dal Ministero della Salute e senza sapere se ci siano i soldi. L’area, Macchie di Rose è la stessa per la quale i nostri consiglieri comunali hanno già protestato in Consiglio per via del modo poco trasparente con cui si era proceduto alla sua individuazione e sulla quale nutriamo forti dubbi vista la presenza di elettrodotti. Nello studio di prefattibilità leggo che si è proceduto a traslare l’area e confesso – incalza la consigliera cinquestelle – che quando sento la parola “traslare” mi vengono i brividi perché mi ricorda la storia della traslazione dei fondi per interrare la ferrovia, un’opera ancora oggi non realizzata come è noto a tutti. In tutto questo, poi non va assolutamente sottaciuto il fatto che bisogna immediatamente intervenire sull’ospedale Bonomo, non solo sulla struttura ormai decadente ma anche e soprattutto sulla conservazione dei reparti, cercando di fermare il progressivo smantellamento. Non dimentichiamoci che per la costruzione del nuovo ospedale ci vorranno anni – conclude – e in questo lasso di tempo ai cittadini della Bat deve essere garantita un’offerta sanitaria degna di questo nome».