«Reddito e dignità: le parole chiave di questa Misura, il ReD, che la Regione ha fortemente voluto e che di certo non deve essere intesa come una specie di elemosina mascherata. Voglio ricordare che la Regione Puglia ha aperto la strada e solo dopo di noi il Governo Nazionale ha pensato di mettere in campo una Misura analoga che, per buoni tratti, si ispira proprio a quella da noi adottata. Voglio anche ricordare che la legge è ormai un dato di fatto, ma che esiste comunque la possibilità di revisionarla nel momento in cui, alla prova dei fatti, se ne ravvisasse la necessità. Lo dico perché il ReD deve andare ai bisognosi e non ai furbastri. Intendo affermarlo a chiare lettere: si possono chiedere maggiori controlli, ma il primo controllo lo devono fare i cittadini, autentici custodi della legalità e custodi delle regole, che sono chiamati a tenere alto il livello del controllo sociale. Solo così il ReD potrà attivare processi virtuosi per le persone che ne hanno reale necessità». Con queste parole il Consigliere Regionale Sabino Zinni ha aperto una tavola rotonda dal titolo “Red. Al via i primi bandi”, presso la sede della Cooperativa Trifoglio di Andria.

In un salone gremito, proprio alla presidente della Cooperativa, la dott.ssa Agnese Calandrino, Sabino Zinni ha voluto rivolgere il primo cenno di saluto e di sentito ringraziamento per la disponibilità prontamente manifestata per ospitare l’evento.

Illuminanti le parole dei relatori: on. Titti de Simone, consigliera politica del Presidente della Regione Puglia, e Vito Peragine, economista.

Titti de Simone ha sottolineato che il Governo Emiliano sta dando le risposte a quello che la gente ha chiesto in campagna elettorale: sono oltre 300.000 i cittadini pugliesi al di sotto della soglia di povertà, al di sotto della quale è difficile parlare di dignità. Proprio a queste il ReD intende restituire dignità in quanto punta a reinserire le persone nel circolo lavorativo. Un investimento che non è un mero aiuto alle singole persone, ma va a vantaggio dell’intera collettività che altrimenti dovrebbe sostenere un più alto costo sociale. Non a caso lo slogan del ReD, ha dichiarato la de Simone, è: «Noi siamo tutti!». I primi bandi usciranno a giugno, le persone che beneficeranno del ReD saranno prese in carico dai Servizi Sociali e, seguendo tirocini formativi, dovranno svolgere, per 12 mesi, un lavoro a beneficio della intera comunità: il che comporterà che chi percepirà il sussidio non potrà starsene a casa o lavorare in nero. «La nostra è una Misura europea – ha concluso l’on. De Simone -. Abbiamo studiato le leggi europee, ci siamo ispirati alle migliori e abbiamo provato a calarle nel nostro contesto, tenendo conto delle nostre peculiarità. A disposizione degli aventi diritto ci saranno 70 milioni di euro all’anno, con una graduatoria regionale unica, fino a esaurimento risorse. Si potrà compilare la domanda sul sito della Regione Puglia o presso qualsiasi CAF».

Il prof. Vito Peragine ha esordito con parole che hanno ricordato a tutti la drammaticità del momento storico che stiamo attraversando: «Viviamo la crisi più lunga della storia europea. Abbiamo perso il 30% del PIL. La Banca d’Italia ha recentemente documentato che l’industria pugliese da primi segnali di crescita dopo 9 anni di recessione». Il prof. Peragine ha continuato precisando che il ReD non prevede aiuti a pioggia, ma un intervento di sostegno ai «più poveri tra i poveri, in cambio di una utilità sociale». L’economista ha proseguito precisando che si tratta di una Misura strutturale, una rete di protezione stabile nel tempo, un elemento di ricchezza del territorio, che però non deve essere inteso come un disincentivo alla ricerca del lavoro. Per questo il ReD è delimitato da paletti certi: il sostegno economico è minimo, dura solo 12 mesi, richiede di svolgere comunque un lavoro di utilità sociale: «Il ReD, in definitiva, da una mano, ma non deve essere inteso e non è un sostituto del lavoro». Un’ultima nota: «Il ReD non dipende dalla discrezionalità di questo o quel benefattore o ente benemerito. È una misura istituzionale, anonima, che rispetta la dignità della persona proprio in quanto concede un aiuto a chi ne ha diritto perché rientra nei termini previsti dalla legge. E non perché debba dire “grazie” a qualcuno. Il ReD porterà di certo effetti immediati di aiuto a chi ne beneficerà e all’economia generale perché si tratta di soldi che saranno subito rimessi in circolo per i beni di consumo di prima necessità. Ma il ReD porterà anche effetti a lungo termine: basti pensare ai bambini che vivono in famiglie che oggi godono di questa rete di protezione sociale e, ad esempio, saranno più facilmente garantiti nel loro diritto allo studio».

Moderatrice della serata è stata l’avv. Giovanna Bruno, consigliere comunale di “Progetto Andria”, che ha rimarcato l’importanza di una Misura che risponde concretamente alle tante attese della gente in difficoltà e che è frutto di suggerimenti di esperti e non di improvvisazioni populistiche.

Tra i presenti, Assuntela Messina, presidente dell’Assemblea del PD, don Mimmo Francavilla, assistente regionale della Caritas, Michele Matarresse, presidente del gruppo CON, e non pochi consiglieri comunali di opposizione. Assenti i rappresentanti della maggioranza e della giunta comunale.