E’ l’Architetto Francesco Nicolamarino ad esporre il proprio pensiero dopo la recente approvazione di una variante urbanistica da parte del Consiglio Comunale per la futura realizzazione del “Grande Progetto” della Ferrotramviaria. L’architetto andriese, all’epoca dell’inizio dell’iter per la progettazione, è stato uno degli animatori dell’allora Governo Zaccaro. «La recente approvazione da parte del Consiglio Comunale della variante urbanistica finalizzata alla futura realizzazione del “Grande Progetto” della Ferrotranviaria spa – dice Nicolamarino – ha portato a dichiarazioni sia nella Assise Comunale che sugli organi di stampa che non corrispondono a verità e che sono fuorvianti nei confronti della pubblica opinione, la quale invece ha diritto a sapere la verità. Questo contributo viene pertanto reso non per mera polemica, dalla quale il sottoscritto non ha nulla da trarre essendo ormai fuori da molto tempo dalla contesa politica, ma per autentico spirito di verità, avendo conoscenza diretta dei fatti essendone stato attivo protagonista».

Attivo protagonista che ripercorre i passi della progettazione: «Durante il periodo in cui era sindaco l’avv. Vincenzo Zaccaro (2005/2010) in qualità di consigliere comunale delegato – ha detto ancora Nicolamarino – ebbi il compito di affiancare l’ottimo assessore ai trasporti dr. Leonardo Di Pilato, persona competente ed integerrima. Il piano regionale dei trasporti per incrementare il flusso di viaggiatori dal nord barese e dal foggiano verso l’ampliato aeroporto di Bari, prevedeva un potenziamento della linea Bari/Nord mediante raddoppio del fascio di binari. Questo intento trovava un intoppo insormontabile nel tratto urbano di Andria dove, essendosi costruito nel tempo proprio a ridosso della linea ferrata, non vi era lo spazio necessario per tale raddoppio. Quindi il “Grande Progetto” non nasce da un venire incontro alle più che legittime necessità di una città strozzata nel suo sviluppo dall’attraversamento ferroviario con i suoi passaggi a livello, ma da una mera necessità imprenditoriale di aumentare il flusso di viaggiatori riducendo i tempi di percorrenza».

«Si valutò – prosegue Nicolamarino – in prima battuta una soluzione completamente interrata, che svincolandosi dall’attuale tracciato, penetrasse nel centro della città costituendone quindi una vera e propria linea metropolitana. Questa soluzione venne velocemente accantonata, risultando estremamente costosa e temporalmente lunga da realizzare. La Ferrotranviaria, forte di una concessione inattaccabile che la rendeva quindi l’unico soggetto titolato a proporre e gestire soluzioni, propose di abbassare la quota di scorrimento dei binari per superare l’ostacolo dei passaggi a livello che determinano un notevole rallentamento dei convogli con allungamento dei tempi di percorrenza. Venne cioè proposto quella che impropriamente venne definito “interramento della ferrovia”, una soluzione che invece che eliminare il taglio del tessuto urbano, lo acuisce, lo approfondisce e lo rende perenne. Personalmente ero contrario a questa soluzione, ma siccome l’ottimo è nemico del bene, si trovò un punto di compromesso costituito dall’ottenere (dopo lunga e dura trattativa), che la zona a ridosso della attuale stazione (via M. Ignoto e via via N. Vaccina) per un tratto di circa 500 ml, l’interramento fosse reale, con i binari in galleria, così da consentire una ricucitura di almeno quella parte di città. Questo compromesso consentì inoltre di ottenere un altro attraversamento viario in fondo a via XXIV maggio verso via B. Buozzi, passando dagli attuali quattro a cinque. La necessità poi di realizzare le altre stazioni di Andria Sud in superficie (via Mozart) e Andria Nord interrata (Palasport), risiedeva solo nelle necessità di raccordare il tratto urbano andriese a binario unico con i tratti extraurbani a doppio binario per ottimizzare i tempi di percorrenza della Ferrotranviaria».

«Il Grande Progetto che nel suo complesso prevedeva un importo di circa 180 milioni di euro (di cui circa un terzo per “l’interramento” andriese) fu candidato ai fondi della Unione Europea FESR 2007/2017 Asse V grandi trasporti. Questa la fu la situazione lasciata nella primavera del 2010 a scadenza del mandato del sindaco Zaccaro, in eredità alla successiva Amministrazione Comunale. Da allora ad oggi sono trascorsi sei anni e l’unico risultato concreto che si intravede, è la probabile consegna nel prossimo giugno della stazione di Andria Sud, che consentirà alla Ferrotranviaria spa esclusivamente di raddoppiare i binari da Corato fino all’ingresso di Andria. I fondi FESR 2007/2017 per i quali si era candidato il Grande Progetto sono già da tempo stati persi, in quanto la mancata effettuazione di lavori mai avvenuti, non ha consentito nessun tipo di rendicontazione (sono le regole della U.E. – pagamento ad opera realizzata e rendicontata), tranne che per misera quota di finanziamenti necessari per la realizzazione della stazione di Andria Sud e di altre opere minori. Ad oggi quindi si può solo dire che a breve avremo un’altra stazione, cioè la minima parte del Grande Progetto, auspicando che i finanziamenti per realizzare l’opera progettata a suo tempo siano riprogrammati con i prossimi FESR 2014/2020. Previa nuova Direttiva della Unione Europea e nuova delibera della Giunta Regionale. L’approvazione della variante urbanistica, avvenuta solo ora, speriamo sia un buon viatico affinchè non vi siano ulteriori inerzie, sciatterie e “dimenticanze”. La comunità cittadina ha bisogno di fatti e di cronoprogrammi certi, non di date indicate con superficiale approssimazione».