Anche i giovani democratici di Andria hanno voluto esprimere il proprio sostegno alla sindaca Giovanna Bruno. Anche loro definiscono un attacco, peraltro grave, le parole messe nero su bianco dal presidente del consiglio comunale Giovanni Vurchio che ha chiesto alla sindaca di rivedere le affermazioni fatte durante la seduta del 28 agosto in cui lo aveva accusato di abuso di potere sul progetto di finanza relativo la piscina comunale.
Vurchio aveva infatti annunciato nel corso di una riunione dei capigruppo di voler approfondire questo progetto di cui si sa ancora poco e già lì era nato un diverbio con il collega del pd Gianluca Sanguedolce. Il centrodestra ha definito invece questo progect financing un affidamento diretto, un vero e proprio regalo ai privati ottenendo l’eliminazione del punto dal piano triennale delle opere pubbliche approvato nella seduta del 28.
L’accusa di abuso di potere ha fatto saltare la mosca al naso a Vurchio che chiesto alla sindaca di ritirare quelle parole, ha risposto documentando la celerità con cui la presidenza del consiglio ha trattato il tema piscina comunale, ma nella stessa nota ha anche accusato la sindaca di confondere l’interesse pubblico e quello privato e di usare le istituzioni per fini personali.
Non è dato sapere se Vurchio si riferisse alla vicenda della Fondazione delle Neurodiversità presieduta dal fratello della sindaca e su cui si sono scaldati gli animi proprio nel consiglio comunale del 28 agosto o se il riferimento è invece alla presunta aspirazione di candidarsi alle elezioni regionali con un sotterraneo accordo con il consigliere barlettano Filippo Caracciolo. Fatto sta che la sindaca non ha risposto direttamente ma ha ottenuto un attestato di fiducia firmato da sedici consiglieri comunali che hanno aspramente criticato Vurchio.
Per le opposizioni di centrodestra i fatti di questi giorni mostrano “Una spaccatura insanabile, che trasforma il Consiglio Comunale in un campo di battaglia personale e lascia i cittadini senza risposte.” E se il centrodestra invita la sindaca e la sua maggioranza ad andare a casa, secondo l’intergruppo consiliare potrebbe essere proprio questo l’obiettivo della sindaca Bruno: lasciare, da vittima, il ruolo di primo cittadino entro il 19 settembre, ultima data utile per potersi presentare alle elezioni regionali. “L’attacco al Presidente, potenziale contendente alle regionali – scrivono – risulterebbe funzionale a un disegno volto a provocare il caos amministrativo e a giustificare dimissioni anticipate.”