L’intergruppo consiliare di Andria ha espresso piena solidarietà al presidente del consiglio comunale Giovanni Vurchio, vittima di quello che definisce un «inconsulto e proditorio attacco» da parte della sindaca durante la seduta del 28 agosto.
Secondo la ricostruzione dell’intergruppo, formato da Michele Coratella, Vincenzo Coratella, Michele Di Lorenzo e Gianluca Grumo, la sindaca ha accusato Vurchio – in sua assenza – di abusare del proprio ruolo per ostacolare alcuni provvedimenti, tra cui l’affidamento della piscina comunale. Un’accusa definita «grave, formulata senza contraddittorio» e che avrebbe «violato ogni principio di correttezza istituzionale».
Il presidente ha replicato «in modo puntuale e documentato, confutando le illazioni e dimostrando l’infondatezza delle accuse». Tuttavia, l’intergruppo denuncia come la maggioranza consiliare abbia scelto di sostenere chi ha offeso, «ignorando i fatti e la verità, avallando l’offesa anziché difendere la correttezza istituzionale».
Particolarmente grave, secondo i consiglieri di opposizione, il fatto che «una parte del consiglio si sia schierata contro il presidente proprio nel momento in cui egli era vittima di un’aggressione verbale inaudita, compiuta deliberatamente in sua assenza». Questo comportamento viene definito «un capovolgimento etico e logico inaccettabile, sintomo di una deriva politica che svilisce il ruolo dei consiglieri».
L’intergruppo avanza poi un sospetto inquietante: la sindaca potrebbe mirare «a lasciare il comune in balia di un commissario prefettizio per perseguire ambizioni personali, come una candidatura alle prossime elezioni regionali». In questa ottica, anche l’attacco al presidente – «potenziale contendente» – risulterebbe «funzionale a un disegno volto a provocare il caos amministrativo e a giustificare dimissioni anticipate entro il 19 settembre».
Una simile ipotesi esporrebbe la città «al rischio concreto di un nuovo commissariamento, con tutte le prevedibili e gravi conseguenze del caso, soprattutto in caso di nomina di sub-commissari della stessa risma di quelli che hanno già gestito il comune in passato».
L’intergruppo conclude invitando «tutte le componenti politiche a ritrovare il senso del dialogo, del reciproco rispetto e della responsabilità istituzionale», sottolineando come «la città ha diritto a una classe dirigente unita e costruttiva, non divisa e autoreferenziale».