«Mentre Giovanna Bruno si compiace per un premio dato da una rivista regionale di area PD, che la conoscono del resto solo in casa PD, i cittadini andriesi hanno toccato, vittime di questa Amministrazione, un nuovo primato negativo a livello nazionale: sesto posto in Italia per Andria nella classifica del costo della bolletta sui rifiuti, la famigerata Tari, con un aumento del 7% locale, a fronte del 4% di aumento regionale». Ancora all’attacco il centrodestra andriese con una nota congiunta di Fratelli d’Italia, Azione, Lega, Io Sud, Liberali Riformisti Nuovo PSI e Generazione Catuma.

«Siamo a livelli top, insomma, con una spesa media per la Tari di 471 euro a famiglia, secondo il rapporto 2024 dell’osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. Dov’è finito l’obiettivo della tariffa puntuale e del meno indifferenziato produci e meno paghi? Ci ricordiamo ancora quando in passato il PD e l’attuale sindaco contestavano il costo, ritenuto troppo alto, del precedente servizio dei rifiuti – si domandano – E adesso? Ci spieghino cosa sta accadendo, perché il servizio di pulizia nella città di Andria non è migliorato, ma la Tari aumenta ogni anno nonostante l’attenzione dei cittadini andriesi nel portare la raccolta differenziata al 75%. Temiamo che, di sto passo, l’Amministrazione Bruno punterà al primato nazionale, cercando di portare Andria ad essere la città con il più alto costo della Tari, sai che premio!».

«A cui si aggiunge un altro “premio”, già conseguito lo scorso anno, come città più inquinata di Puglia e quarta in Italia secondo il report annuale “Mal’aria di città” pubblicato da Legambiente. E che dire della sanità, con un nuovo ospedale promesso e presentato alla stampa nel 2021 e da allora rimasto solo su carta. Possiamo parlare, quindi, su ambiente, sanità e bolletta Tari, di vero e proprio disastro sulla pelle dei cittadini e per le tasche dei cittadini. Tematiche importanti che vedono una condotta totalmente insufficiente di questa Amministrazione, guidata da un sindaco smemorato che, prima di essere eletta, invocava il dissesto del Comune e poi, dopo la sua elezione, grazie alla procedura di rientro voluta dal centro-destra, si è ritrovata in cassa 45 milioni di euro del fondo di rotazione».

«Di un sindaco che evita di ricordare come la debitoria accumulata precedentemente fosse in gran parte legata a vecchie questioni ed alle cause legali per gli espropri del Pru di San Valentino e della zona Pip. Espropri avviati da amministratori riconducibili politicamente all’attuale maggioranza ed all’attuale sindaco – concludono ancora – Ed oggi, dopo 4 anni di Amministrazione PD, i problemi sono tutti irrisolti o peggiorati: non c’è una visione d’insieme della città, nulla. Solo spot per pubblicizzare la persona del sindaco alla ricerca di una nuova poltrona o di un (De) carro su cui saltare al prossimo giro elettorale».