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Andria, città “in pace” o città “di pace”? Per uno sbadiglio di risveglio

La riflessione di don Ettore Lestingi

«Non è un gioco di parole, ma è la differenza sostanziale nell’approccio a quanto accade nel mondo e nella nostra Città. Il mondo è in guerra, e nessuna reazione! Andria è preda di usurai, di bande criminali, vittima della cultura della violenza, e nessuna reazione!. Sì, perché Andria è e vuole essere un città “in pace” , non ama essere infastidita, è pantofolaia, ama solo spaparanzarsi su comodi divani, e ubriacarsi nei luoghi della dimenticanza. Andria sonnecchia, anziché sognare! E ciò che più mi impressiona è il silenzio dei giovani, da sempre difensori di valori e diritti alti, come la libertà, la dignità della persona, la pace e la fratellanza universale. Non ne parlano, perché non se ne parla più nemmeno a scuola, che attraverso l’informazione ha l’alto compito della formazione delle coscienze. La politica tace. Le Associazioni culturali, i circoli di partito anziché essere laboratori di pensiero sono ormai coperti dalla polvere della rassegnazione, per cui meglio una partita a carte che un incontro o una iniziativa per gridare il proprio no alla “cultura della violenza”. Per cui è meglio stare “in pace”. Cioè fregarsene! Invece Andria, ridotta ormai ad una masseria e ogni questione la affronta a tarallucci e vino, deve risvegliarsi dal torpore dell’indifferenza e recuperare forza e motivazione per darsi un futuro. E il futuro di Andria e dell’intera umanità è la pace. E ciò comporta fatica, obiezione di coscienza contro ogni forma di guerra, lotta, capacità e libertà di schierarsi a favore dei più deboli pur di diventare impopolari e perdere consensi o forse clienti. Qualcuno potrebbe chiedere: “E la Chiesa cosa fa?”. E’ vero sembra essere assente nell’agone della storia. Ma alla Chiesa spetta imbracciare armi che non uccidono, ma vivificano come la preghiera, il digiuno e la formazione delle coscienze, anche se, in obbedienza a Cristo che ha detto: “Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettervi la pace, ma la spada”. (Mt.10,34).è chiamata a creare situazioni di decisione e non di compromesso. Per Gesù Cristo non c’è alcun aggettivo che possa giustificare la guerra: o si è contro o si è a favore. E così è e deve essere per la Chiesa! Per questo sarebbe “uno sbadiglio di risveglio” se Andria, in tutte le sue espressioni, politiche, culturali, ecclesiali si mobilitasse per costruire prospettive di pace e far sentire il suo chiaro e deciso NO alla guerra. Costi quel che costi. Allora sì che Andria sarà città “di pace”».

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