«La nostra società, fondata su sani principi di lealtà e correttezza, nonostante sia parte integrante della Polisportiva, prende le dovute distanze da una protesta che riteniamo non funzionale ai fini di una reale risoluzione della problematica e soprattutto che si allontana dalla nostra idea di fare “sport”. Lo sport ci insegna ad includere e non a escludere, perciò siamo disposti a sederci per l’ennesima volta a tavolino, in maniera sempre costruttiva per trovare soluzioni». La posizione chiara è quella della Futsal Andria, altra realtà sportiva che fa parte della Polisportiva ma che prende le distanze dalle decisioni delle ultime ore della stessa polisportiva.

«Siamo una società sportiva e sappiamo che nello sport come nella vita ci sono regole che per quanto non condivisibili debbano essere rispettate – spiegano dalla società di calcio a 5 – Il Comune di Andria, nelle figure del Sindaco, Assessore e Dirigente, prima della costituzione della “Polisportiva”, hanno posto, ai fini burocratici e legali, che la condizione primaria per l’assegnazione della convenzione fosse la costituzione di un unico soggetto associativo e che “tutte” le nove società fossero unite. La Polisportiva è stata senza dubbio una bellissima esperienza. Per la prima volta si è potuto gestire gli spazi in autonomia, alleggerendo le casse comunali, con poca burocrazia e tanto tempo in più da dedicare ai nostri progetti e al nostro unico obiettivo ovvero “fare sport”. Un progetto vincente e vantaggioso per tutti, istituzioni comprese».

«Al momento la convenzione è scaduta e alla data di oggi non c’è più la condizione primaria per il rinnovo – dicono ancora – Non essendoci più unità all’interno della stessa Polisportiva, crediamo sia paradossale attribuire le colpe di questo fallimento alle istituzioni attraverso poco edificanti strumentalizzazioni politiche. Il principio di unitarietà, che era alla base di questo progetto, è venuto meno a causa di frizioni interne alla Polisportiva e di conseguenza il Comune di Andria ha provveduto a “riprendersi” la gestione degli impianti che sono, come sempre, a disposizione delle associazioni anche se a costi più esosi».

«Il nostro lavoro è basato sull’insegnare ai giovani i principi di lealtà sportiva e condivisione superando i momenti di difficoltà che la vita ci impone giorno dopo giorno. Ma in questo, duole dirlo, abbiamo fallito tutti non dando il buon esempio. E’ il momento di fare tutti un passo indietro, forse anche due, e provare a dare un minimo di credibilità al movimento sportivo della nostra città».