Home Politica Politiche 2022, Di Leo: «Partiti lontani dai giovani, inespressi i fuorisede»

Politiche 2022, Di Leo: «Partiti lontani dai giovani, inespressi i fuorisede»

La nota dell'assessore al Futuro di Andria

«In queste ore imperversano sui social e sulla stampa analisi del voto e analisi politiche (o pseudo tali) di dirigenti di partito, militanti ed elettori. Analisi dovute, in qualche caso necessarie, anche se continuo a credere che la vera riflessione vada fatta nelle sedi opportune, nelle sedi di partito, nelle assemblee pubbliche. Scrivere e commentare a caldo non delinea le cause dell’effetto raccolto o non raccolto, anzi incrementa solo il malcontento di una parte o l’esaltazione dell’altra». Lo scrive in una nota l’assessore al Futuro di Andria, Viviana Di Leo, a margine dell’ultima tornata elettorale.

«In alcune di queste analisi non manca il dato dell’astensionismo. Quello giovanile è alto. È vero. Ma è anche molto comodo limitarsi ad affermarlo, facendo intendere che i giovani si siano disinteressati alla politica e alle sorti di questo Paese. Pensavamo davvero che un video su TikTok avrebbe intercettato i giovani? Crediamo davvero che qualche bel post ben confezionato possa convincere gli under 35 ad andare a votare e soprattutto a schierarsi?
Io non credo. Ho una considerazione più alta della componente giovanile di questo Paese.
Il dato dell’astensionismo in queste elezioni politiche si attesta intorno al 36%. Circa 1 italiano su 3 non si è recato alle urne, dunque, classificando queste elezioni come le meno partecipate nella storia repubblicana.

L’affluenza perde quasi 10 punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni ed in Puglia raggiunge a malapena il 57%, perdendo 12 punti percentuali rispetto al 2018. In quel 36% di astenuti almeno la metà sono giovani uomini e giovani donne. Astensioni che ovviamente, mi pare molto scontato e vi dico a breve perché, al Sud aumentano, soprattutto tra i giovani. E la motivazione che ci diciamo è sempre la stessa. Sono i giovani che non si interessano. Sarà vero in parte, sicuramente comodo dircelo, ma non credo sia solo questo il motivo.

Io, invece, penso che siano i partiti a non interessarsi dei giovani. Ad usarli, a volte, come se fossero bandiere, ma senza ascoltarli mai veramente. I programmi elettorali di ciascun partito e/o coalizione, pur presentando un cenno al mondo giovanile, sono stati spiegati e raccontati male. Né le risposte e le proposte di destra né quelle di sinistra, evidentemente, sono state sufficientemente interessanti. E basta partire proprio dai dati precedenti per capire come la politica in realtà sia stata la prima a scegliere di non scegliere.

Il maggior astensionismo giovanile si registra al Sud. I territori da cui spesso i giovani vanno via per studiare e lavorare altrove sono proprio quelli del Sud. In Italia ci sono 5 milioni di fuori sede, giovanissimi, giovani e non solo che vivono altrove per studiare, per lavorare, per fare esperienze. Qual è stata la risposta della politica a queste milioni di persone che per esercitare un diritto e dovere avrebbero dovuto interrompere le loro vite per recarsi al seggio della città natale? Gli sconti e le agevolazioni sui trasporti. Sconti anche abbastanza irrisori.

Non è possibile che ancora oggi, nonostante il voto all’estero sia garantito, quello per i fuorisede non sia ancora previsto e regolamentato. È inaccettabile.

Oltre a cambiare questa legge elettorale penosa, di difficile comprensione e che di certo non favorisce il coinvolgimento territoriale, garantire il diritto di voto ai fuorisede non più prorogabile. Le elezioni sono finite. C’è un vincitore e ci sono i vinti. Abbiamo eletto i nostri rappresentanti territoriali per Camera e Senato, ai quali va’ il mio sincero augurio di buon lavoro e ai quali dico: una proposta di legge sul “Voto dove vivo” c’è già. È stata presentata nel 2019 ed è ancora ferma.

Tra le tante priorità e urgenze che l’Italia avrà nei prossimi mesi, ritengo che sia necessario rimettere mano anche a questa proposta di legge per approvarla finalmente, per non lasciare inascoltati 5 milioni di italiani, per garantire il voto a tutti e tutte, per tutelare e semplificare l’esercizio di un diritto: scegliere per il proprio Paese.

I partiti che si sono espressi favorevolmente per il “VotoDoveVivo” durante la campagna elettorale hanno 261 seggi in totale alla Camera e 125 seggi complessivo al Senato. In pratica, hanno la maggioranza. E dunque, cos’altro dobbiamo attendere ora?».

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