Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Onda d’Urto:
«Il progetto fondativo di ONDA D’URTO ha previsto la necessità di una INDAGINE EPIDEMIOLOGICA circa i fattori di rischio dei tumori maligni dei giovani e di affidare il coordinamento del tavolo scientifico al dottor Tommaso Di Renzo. Dopo una analisi della fattibilità si è deciso di circoscrivere la ricerca ai soggetti di età da 0 a 16 anni. Il criterio fondante è quello di confrontare le anamnesi dei ammalati della stessa patologia per rilevare eventuali cause comuni nel determinare il cancro. Per poter condurre tale studio è stato necessario redigere una scheda anamnestica riassuntiva e affidare a quattro giovani medici, che hanno usufruito di una borsa di studio messa a disposizione dalla stessa associazione, il compito di individuare e raccogliere ogni elemento utile alla ricerca.
E’ seguita la fase di informazione di tutti i pediatri della città, previo accordo e beneplacito della Direzione generale della ASL, dell’ufficio di Statistica e di epidemiologia territoriale e del Dipartimento di Prevenzione e Igiene pubblica nelle figure dei rispettivi responsabili e dirigenti. Quindi, grazie ai contatti con gli stessi pediatri i medici di Onda D’urto hanno incontrato le famiglie di bambini con neoplasie maligne al fine di somministrare la scheda anamnestica riassuntiva. Nel mentre si procedeva a questo meticoloso lavoro è insorta la pandemia da coronavirus e l’indagine si è fermata.
Dopo due anni di pausa forzata si è proceduto alla sintesi dei dati e alla loro analisi. Il risultato ha portato ad una suggestione analitica e che cioè il periodo più delicato sia quello della gravidanza della mamma dei bambini a cui è stata successivamente diagnosticata una malattia neoplastica maligna. In altri termini le cattive abitudini voluttuarie come il tabagismo, gli inquinanti da gas di scarico dei veicoli circolanti, il cibo proveniente da territori contaminati ad esempio per le falde acquifere avvelenate o esposti per strada e poi venduti ad ignari consumatori, l’elettrosmog e altri fattori di rischio probabilmente, secondo recenti studi di ricercatori come il dottor Di Ciaula, presidente dell’ISDE (Medici per l’ambiente), potrebbero agire sui geni delle mamme durante la gravidanza.
Dati i bassi numeri di ammalati selezionati e le difficoltà nella raccolta dei dati, il comitato tecnico-scientifico di Onda D’urto ritiene che sia auspicabile coinvolgere la popolazione pediatrica delle città limitrofe ad Andria, come Trani e Barletta, e riproporre l’indagine effettuata focalizzando l’attenzione al periodo della gravidanza».