«Ci abbiamo creduto tanto e alla fine il Tar Puglia Sez. Terza, con sentenza n. 00586/2021 pubblicata l’8 Aprile 2021, ha dato ragione a quello che da tempo continuiamo a sostenere: i regolamenti vanno condivisi e concertati, anche tecnicamente con i soggetti interessati e con i loro rappresentanti, portatori di interessi generali e di categoria, ampiamente rappresentativi come da normativa vigente».

Così il direttore della Confesercenti Provinciale BAT, Mario Landriscina, in merito alla vicenda legata ai dehors di Andria. Dehors che spesso sono al centro di contesa tra Comuni, imprenditori, Associazioni di categoria, e Soprintendenza.

«A farne le spese sono i commercianti, nella fattispecie andriesi, costretti ad osservare le modifiche apportate al regolamento comunale, dichiara Landriscina, rivelatesi discutibili ed ingiuste, peraltro non condivise dal tribunale amministrativo regionale. E’ da tempo che il sottoscritto insieme alla Confercenti Bat sta invitando sindaci, assessori, Provincia e Regione a sedersi intorno ad un tavolo regionale, così come previsto dal Testo unico dei beni culturali, per stabilire “Linee Guida” valide per tutto il territorio pugliese e le nostre comunità, evitare faticosissimi contraddittori, procedure burocratiche e farraginose, spesso anche molto soggettive nella loro interpretazione, ma, evidentemente, non siamo considerati attori competenti. Questa volta, però, grazie anche ai commercianti (che ho avuto il piacere di conoscere e che voglio ringraziare personalmente, unitamente ai loro tecnici) ed alla Confcommercio di Andria, che hanno creduto, sostenuto e dato fiducia alla nostra intuizione e alla nostra battaglia, attraverso un grande sforzo economico delle imprese danneggiate, siamo riusciti a superare anche il gap di procedure costose e farraginose (ostacolo per cui spesso si evitano legittime cause legali) per rivendicare il diritto all’esercizio d’impresa, alla ricerca di immediatezza e regole certe, oltre che alla ricerca di un confronto ed una concertazione, incomprensibilmente sempre negata, da parte della Soprintendenza e, conseguentemente, spesso, anche da parte dei funzionari degli Enti Locali. L’auspicio è che, qualunque parte politica rappresenti le Amministrazioni dei nostri territori, possa prendere spunto dalla vicenda accaduta ad Andria e, da ora in poi, fare riferimento alle associazioni datoriali rappresentative delle legittime rivendicazioni dei commercianti e delle imprese locali in un contesto storico che non consente più a nessuno di affossare legittime rivendicazioni di lavoro in sicurezza e con certezza del diritto. Siamo certi che l’attuale Amministrazione di Andria aprirà con noi un franco dialogo per cercare di rivedere il regolamento in tempi brevissimi, così come vogliamo ringraziare anche la vecchia Amministrazione con cui abbiamo concertato una buona bozza regolamentare, approvata poi in Consiglio Comunale che, pur non in toto, dimostrava di recepire molte delle esigenze imprenditoriali locali. A tal proposito anticipiamo che invieremo per opportuna conoscenza la sentenza TAR in questione, oltre che al Presidente della Provincia e tutti i Sindaci del territorio, a Sua eccellenza il Prefetto della nostra Provincia B.A.T. al quale abbiamo già in tempi non sospetti chiesto un autorevole intervento per favorire l’organizzazione del tanto agognato tavolo di confronto con la Soprintendenza. Crediamo che, in virtù di rappresentanti riconosciuti di categorie imprenditoriali che vogliono contribuire a rendere un servizio ed una degna accoglienza a consumatori e turisti, nel pieno rispetto del decoro artistico e architettonico, abbiamo il diritto di poterci confrontare con le Istituzioni di ogni livello al fine di semplificare con la massima oggettività ed il più possibile procedure lunghe e complesse, certamente in contrasto con la velocità dettata dalla modernità e dall’esercitare impresa in un contesto concorrenziale ormai globale. Gli amministratori delle città, unitamente ad Enti e Istituzioni competenti per il settore imprenditoriale, non possono più sottrarsi alla responsabilità collettiva di contribuire allo sviluppo di un sistema economico basato sul diritto all’esercizio d’impresa, con regole chiare e certe che facilitino, in un periodo storico pessimo, qualsiasi procedura utile a favorire la massima occupazione e creazione di posti di lavoro. Dovrebbe essere questa la priorità di chi Governa e degli Enti da essi rappresentati».