Home Politica Linee programmatiche, il commento del centrodestra di Andria

Linee programmatiche, il commento del centrodestra di Andria

La nota a firma di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e lista Scamarcio Sindaco

«Ieri si è tenuto il consiglio comunale che ha avuto ad oggetto, tra le altre, la lunga discussione sulle linee programmatiche, calendarizzata con l’ordine del giorno del primo consiglio di insediamento il 26 novembre 2020, ma di fatto discusse, “per gentile concessione” della attuale amministrazione, solo ieri, alla vigilia della scadenza per la rimodulazione del piano di riequilibrio. Con interventi preconfenzionati e rigorosamente letti, la maggioranza di governo fa quadrato nell’approvazione delle linee programmatiche». E’ quanto si legge in una nota a firma dei gruppi consiliari e i partiti di centrodestra Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e lista Scamarcio Sindaco.

«Mani in tasca e maglioncino rosso comunista a ben rappresentare la matrice culturale dominante, manipola la realtà e scarica ogni responsabilità all’amministrazione precedente, dimenticando che una buona metà dell’indebitamento è completamente ed esclusivamente ascrivibile alle amministrazioni di centro sinistra anni 2000 – 2010.

Consiglieri improvvisamente smemorati, in consiglio da decenni, dimenticano e si stracciano le vesti. Il libro dei sogni dell’amministrazione poggia sulla contraddizione della proclamazione delle risorse inesistenti da un lato ed una volontà di spesa enorme dall’altro.
La metodologia della sinistra, mutadis mutandis, rimane la stessa: non consegnare i documenti per tempo, copiare il programma da altri, manipolare la realtà e proclamare fintamente coesione e inclusività. Rivendicare il plagio quasi come merito è povertà intellettuale, progettuale e di idee.

Con tanta retorica a buon mercato sono proclamati grandi obiettivi ma senza fare i conti con il bilancio. Chi paga? Il nostro ormai povero pantolone è relegato alla fine del piano, il capitolo produttivo e di sviluppo della città finisce in coda, quasi come non fondamentale e principale motore di qualsiasi azione. L’aplomb, la retoiroca e la lentezza con cui la maggioranza parla stride con l’urgenza del lavoro, con le emergenze, con la crisi sanitaria e le conseguenze drammatiche di quella economica.

Ed il piano di riequilibrio, che aleggia nei riferimenti continui alla situazione finanziaria non è comunicata ai consiglieri per discuterla se non due giorni prima del consiglio dell’ 11 e tre prima del termine ultimo per l’esame della Corte dei Conti».

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