Home Attualità Covid, restrizioni insufficienti secondo Lopalco: «Serve lockdown nazionale»

Covid, restrizioni insufficienti secondo Lopalco: «Serve lockdown nazionale»

Le parole dell’epidemiologo e assessore regionale alla Salute

«La suddivisione dell’Italia in tre fasce a rischio è una misura non sufficiente, per far rallentare la pandemia serve un lockdown vero e proprio, di almeno due settimane». La curva dei contagi non accenna ad abbassarsi e, per evitare il collasso della Sanità, l’assessore regionale alla Salute, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, chiede misure più severe per tutto il Paese per fermare il Coronavirus.

Una proposta che dà vigore all’appello lanciato nelle ultime settimane dall’intero sistema sanitario: medici di base, pediatri, anestesisti, infermieri, tutti chiedono a gran voce un blocco totale, sulla scorta di quanto sperimentato già nella prima fase dell’emergenza, nella scorsa primavera.

L’obiettivo è quello di fermare il Covid, ostacolando le occasioni di contagio. «Tenere aperta la scuola, ad esempio – fa sapere l’assessore – è un errore clamoroso. La gente deve limitare il più possibile i contatti sociali».

La soluzione, secondo Lopalco, è quindi un lockdown nazionale, con misure uguali in tutte le regioni, magari meno duro di quello di marzo ma comunque con disposizioni più restrittive di quelle attuali: l’unico strada percorribile per ridurre il numero positivi e, conseguentemente, la pressione negli ospedali.

Attraverso un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, l’assessore regionale smentisce anche le voci di un presunto rallentamento della velocità del contagio. «Molte regioni italiane – scrive Lopalco – hanno fatto registrare valori di Rt (e cioè l’indice di riproduzione della malattia) stabili o addirittura in diminuzione». Ma questo non vuol dire che siamo fuori dal tunnel.

«Se la curva epidemica ha raggiunto dimensioni critiche – sottolinea Lopalco – il numero di nuovi casi giornalieri non solo continuerà ad essere alto, ma in presenza di un Rt superiore ad 1 continuerà perfino a crescere. Se il valore Rt è inferiore a quello della settimana precedente, crescerà meno della settimana precedente, ma continuerà comunque a crescere. Rt pari a 1,5 significa che ogni 2 casi nel giro di un periodo di incubazione se ne creano 3. Insomma – conclude l’epidemiologo – siamo ben lontani dal cantare vittoria. La pressione sui servizi sanitari nelle prossime settimane continuerà ad aumentare. Si stabilizzerà solo quando il numero di nuovi ricoveri sarà pari al numero di dimissioni. E si allenterà solo quando le dimissioni saranno superiori ai ricoveri».

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